Open source: un sistema contro la duplicazione abusiva di software?

Open source: un sistema contro la duplicazione abusiva di software?

di Andrea Monti

Tutti i diritti a Dirittodautore.it 03/06/02

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Ripensare l’open source?

Linux&Co n.ro 24

di Andrea Monti

L’open source stenta a spiccare il salto di qualità di cui avrebbe bisogno per competere da pari a pari con gli altri protagonisti del settore ICT. Una delle ragioni di questo stallo è sicuramente l’assopimento culturale del progetto che si è addormentato oramai da qualche anno. Persino in importanti conferenze rivolte ad aziende e pubbliche amministrazioni si continua ancora oggi a parlare secondo quelli che sono diventati dei veri e propri dogmi. Che non possono essere messi in discussione senza essere accusati di eresia. Anche quando, come nel caso della proposta di legge sul software libero, ci sono fortissime perplessità sulla ragionevolezza di certe scelte. O anche nel caso, vedi la questione Mandrake/Staroffice, in cui si evidenziano precise scelte commerciali che sono in rotta di collisione con le “dichiarazioni di principio” che dovrebbero essere la “Carta costituzionale” del software libero.

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Meta-tag e concorrenza sleale: si pronuncia il tribunale di Milano

di Andrea Monti – PC Professionale n. 134

Chi inserisce parole nascoste in una pagina web per indirizzare a suo favore i risultati dei motori di ricerca è responsabile di concorrenza sleale. Con un’ordinanza depositata l’8 febbraio 2002 la prima sezione civile del tribunale di Milano ha affrontato il tema dell’abuso di meta-tag. Cioè del comportamento di chi inserisce parole “nascoste” in una pagina web che “forzano la mano” ai motori di ricerca, in modo che cercando il prodotto A si arrivi al web del prodotto B.
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Un seminario al Parlamento Europeo per parlare di open source ed e-government

di Andrea Monti – PC Professionale n. 133

I sostenitori del modello open source discutono con i rappresentanti di Microsoft l’impiego del software proprietario nell’amministrazione dello Stato.
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Ma demonizzare Internet non serve. Ed è sbagliato

di Andrea Monti

La campagna di demonizzazione dell’Internet continua ancora oggi senza posa. Strumentalizza il tema della “tutela” dei minori associando alla rete false “patenti” di pericolosità e ingenerando nelle persone la paura che essere online significhi esporsi a chissà quali pericoli. E allora via così, dimenticando – in nome del mostro tecnologico – le tragedie quotidiane che si consumano nella più assoluta indifferenza all’interno delle mura famigliari o delle scuole.
Quando si cominciò a parlare di “minori” online – era più o meno il 1996 – di bambini in realtà non ce n’erano per niente (e mai ce ne saranno, considerato che l’interesse per la rete “arriva” con l’adolescenza). Ma ciò nonostante furono da subito evidenti le scelte che stavano maturando a livello politico: censura indiscriminata e “filtraggio” dei contenuti, magari grazie al “generoso” e “disinteressato” supporto di qualche multinazionale.
Certo, ci sono state anche alcune voci controcorrente (vedi la famosa “carta di Desenzano”, o l’intervento presentato da Alcei in un incontro organizzato dal Consumer Forum Intergroup a Strasburgo). Che hanno spiegato come non si possano abbandonare i bambini a loro stessi, e come il ruolo delle famiglie e degli educatori nella formazione dei più deboli sia irrinunciabile. Così come non si dovrebbe lasciare un bambino solo davanti ad un televisore, allo stesso modo lo si dovrebbe assistere quando usa un computer. E non solo – se proprio vuole – per fargli usare la rete, considerato che se di pericoli si vuole proprio parlare, allora si dovrebbe dare un’occhiata anche ai contenuti di certi videogiochi liberamente venduti nei centri commerciali. Sarebbe facile, a questo punto, invocare il ritiro di questi prodotti dagli scaffali. Facile quanto sbagliato, perché la soluzione, ancora una volta, non è “vietare”, ma educare – specialmente i genitori.
Nulla di tutto questo è giunto alle orecchie del potentissimo fronte comune – composto da novelli Torquemada, cinici imprenditori e politicanti succubi dei movimenti di piazza – che ancora una volta ha giurato guerra all’internet. Sull’onda di una sistematica fomentazione di isterismo provocata dai mass-media l’Italia ha approvato – nel 1998 – la legge 269. Che a sentire i suoi ispiratori avrebbe dovuto risolvere anche il problema della “pedofilia online”. Ma le “clamorose” indagini che invasero giornali e televisioni si sono risolte in bolle di sapone. Grande spreco di uomini e mezzi per denunciare qualche decina di persone che – si legge nei capi di imputazione – sarebbero al più colpevoli di avere scaricato qualche immagine pornografica. Mentre i mostri veri sono ancora in libertà. 
Fortunatamente non ha avuto grande attuazione pratica la proposta di stabilire un sistema generalizzato di filtraggio e classificazione dei contenuti online (pensate a dover mettere d’accordo sulla definizione di “contenuto illegale” un arabo musulmano, uno svedese e un italiano). Che avrebbe messo in piedi un gigantesco apparato per “etichettare” qualsiasi cosa. Con ciò arrogandosi il potere di stabilire il “valore” di un contenuto e dunque della manifestazione del pensiero di ciascuno di noi. Infine, alcuni motori di ricerca hanno “discretamente” attivato dei sistemi anonimi di rimozione dei contenuti. Come dire… la coscienza è a posto e i soldi non puzzano.

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Legge comunitaria e diritto d’autore: Law on Demand?

Ha concluso l’iter parlamentare la legge comunitaria, il grande calderone nel quale si mescolano le disposizioni per il recepimento delle direttive europee.
Non ostante l’Italia non abbia mai brillato per tempestività in questi adempimenti (ci sono voluti cinque anni per recepire la direttiva 90/388 che liberalizzava il mercato delle TLC), con l’istituzione della “comunitaria”  si è raggiunta una parvenza di efficientismo e ora sono state prese in considerazione anche le famigerate direttive 2000/31/CE (commercio elettronico) e 2001/29/CE (diritto d’autore). La prima, con la scusa di “razionalizzare” il settore e “garantire maggiore tutela” dei diritti dei cittadini ha, di fatto, stabilito la responsabilità autonoma del provider per i contenuti ospitati sui propri server. Secondo una formula contorta e ipocrita, che – pur affermando formalmente il contrario – colpevolizza il fornitore di servizi che, dopo essere stato informato (da chi? in che modo?) della presenza di contenuti illeciti (secondo quale legge?) non provvede a rimuoverli.

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Ennesima modifica della legge sui dati personali. Cosa cambia per l’ICT

di Andrea Monti – PC Professionale n. 132

Sarà meno facile negare informazioni con la “scusa” della riservatezza e sarà più regolamentato il meccanismo dello spamming e delle iscrizioni “d’ufficio” alle mailing list.
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Full disclosure. Risorsa o pericolo per la sicurezza?

ICT-Security n.ro 3 del 01-03-02

di Andrea Monti

Sembra essersi spenta – o quantomeno attenuata – l’eco generata dalla polemica “scoppiata” l’anno scorso sull’opportunità di praticare “full disclosure”. Cioè la pubblicazione dettagliata di bug e vulnerabilità che affliggono endemicamente un po’ tutte le piattaforme e gli applicativi del mondo ICT a cura di ricercatori indipendenti. Che divulgano sia l’analisi teorica del problema, sia l’exploit che consente di sfruttare praticamene il “buco” di sicurezza. Ma la questione è tutt’altro che sopita specie perché non è stata affrontata – a quanto mi risulta – dal punto di vista dell’organizzazione aziendale e dei riflessi legali.

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Uno strumento di lavoro: la lettera d’incarico

Linux&Co n.ro 23

di Andrea Monti

E’ un’esperienza comune a molti sviluppatori – specie ai free lance e a prescindere dall’uso di software libero – quella di essere contattati per eseguire un lavoro senza un minimo di formalizzazione dell’incarico. Il risultato è che si lavora praticamente “sulla parola”. Nulla di male quando le cose vanno come devono andare, ma in caso di contestazioni o problemi ecco che ci si trova a rimpiangere di non avere messo “nero su bianco” almeno gli elementi essenziali dell’incarico (con particolare riferimento ai diritti di proprietà intellettuale).
Dall’altro lato, le aziende si trovano spesso in imbarazzo ad operare con i software liberi perché non hanno ben chiaro il modo in cui gestire aspetti cruciali come la proprietà intellettuale o la responsabilità per l’esecuzione del lavoro.
E’ quindi necessario – prima di iniziare un qualsiasi lavoro – chiedere al cliente almeno di firmare una lettera di incarico come quella che leggete qui avanti. Ma attenzione, questa è solo una delle possibili modalità. Ovviamente non va presa e utilizzata così come è, visto che non è certo possibile prevedere quali possono essere le necessità del caso concreto. Certamente, però, rappresenta una buona traccia da seguire per dare un po’ di concretezza alla vostra attività.
Spero che vi sia utile.

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L’importante è non estorcere il consenso

PuntoCom del 05-02-02

di Andrea Monti

L’ennesima riforma della legge sui dati personali ha semplificato (almeno così pare) gli adempimenti relativi ai casi e alle forme di richiesta di consenso al trattamento. In altri termini, ha eliminato il “consenso ovvio”. Anche se il settore del direct marketing sarà oggetto di specifica “attenzione” regolamentare, il nuovo scenario già consentirebbe qualche agevolazione a chi opera online e utilizza il noto schema del “tutto gratis, ma mi dici chi sei e cosa fai”. A condizione di mettere da parte questo approccio, difficilmente compatibile con la normativa, è infatti possibile usare la rete come reale strumento di contatto con la clientela. E per di più senza essere percepiti dall’utenza come degli sgraditi “intrusi”.

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Duplicazione abusiva di software: dal tribunale di Chieti un’assoluzione importante

di Andrea Monti – PC Professionale n. 130

Non basta il sequestro di computer per sostenere l’accusa, occorre esibire anche la copia integrale dell’hard disk al fine di ottenere valore di “prova “ nel corso del dibattimento.
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Dalla Camera di commercio di Milano arrivano gli usi della Rete

PC Professianle n.130 – gennaio 2002

Dalla Camera di commercio di Milano arrivano gli usi della Rete

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“Fare informazione” e “dare informazioni” sono cose diverse

Interlex n. 205

di Andrea Monti

E’ abbastanza facile naufragare nel mare di polemiche suscitate dalla famigerata legge 62/01, specie perché gli argomenti si sovrappongono disordinatamente, aumentando la confusione invece di eliminarla. Mi riferisco in modo particolare alla continua artificiale contrapposizione fra “informazione professionale” (quella dei giornalisti) e “informazione non professionale” (quella del resto del mondo). Contrapposizione nella quale la prima dovrebbe prevalere sulla seconda, sulla base della (presunta) migliore qualità offerta dai giornalisti, delle maggiori garanzie per il pubblico derivanti dalla “vigilanza”, della protezione offerta dal sindacato nei confronti degli “sfruttatori”. Quasi che tutto ciò che non proviene da un iscritto all’Ordine non abbia “dignità informativa”.

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La pubblicazione di informazioni tecniche è “libertà di espressione” anche sul web

di Andrea Monti – PC Professionale n. 129

Lo stabilisce la recente sentenza del tribunale californiano che ha assolto chi aveva diffuso in Rete i codici del DeCSS, il programma per leggere i Dvd.

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Metatag e concorrenza sleale. Dal tribunale di Roma una decisione da “prendere con le molle”

di Andrea MontiWebMarketing Tools n.40/01

L’ordinanza 18/1/2001 della nona sezione civile del tribunale di Roma stabilisce che non è consentito utilizzare il nome di un concorrente come metatag allo scopo di “pilotare” le query sui motori di ricerca dei potenziali clienti.

Il caso riguarda una controversia fra due compagnie di assicurazioni, una delle quali avrebbe inserito il nome della concorrente fra i metatag del proprio sito. In modo che – si dice – che le query sui motori di ricerca restituissero sempre il suo indirizzo anche se dirette verso la concorrente.

L’uso distorto dei metatag è noto oltreoceano da parecchio tempo e infatti ci sono alcuni precedenti che conviene considerare prima di addentrarsi nell’analisi dell’ordinanza italiana. Continue reading “Metatag e concorrenza sleale. Dal tribunale di Roma una decisione da “prendere con le molle””

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Gestire un servizio broadband internet

di Andrea Monti – WebMarketing Tools n.39/01

L’aumento dell’ampiezza di banda disponibile – a costi ragionevoli – anche per gli utenti finali consente la realizzazione di servizi difficilmente concepibili anche solo pochissimo tempo fa. Ma chi vuole trarre un effettivo vantaggio da un sistema di broadband internet deve confrontarsi con scelte architetturali e tecniche di non banale rilievo. Una di queste riguarda la gestione distribuita dei contenuti, che serve ad ottimizzare le prestazioni della trasmissione selezionando il computer più vicino all’utente e quindi riducendo hop, attese e quant’altro. In pratica il sistema funziona in questo modo (mi perdonino i tecnici per la mostruosa semplificazione): un utente si collega ad un server il quale, prima di restituire i contenuti richiesti, provvede ad identificare la collocazione geografica di chi accede alla risorsa. A questo punto, seleziona il content server più vicino al quale indirizza la query. Continue reading “Gestire un servizio broadband internet”

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Proteggere il know how aziendale nei contratti di outsourcing

di Andrea Monti – WebMarketing Tools n.38/01

Non molto tempo fa chiacchierando durante la pausa di un convegno con un altro relatore (dirigente di una notissima multinazionale), la conversazione cadde sul problema della dispersione del patrimonio culturale aziendale. Questa persona mi raccontava di come – oramai – fosse per loro impossibile tenere traccia dell’architettura di rete della sede centrale e delle varie sedi. Dal momento che le varie installazioni susseguitesi nel corso degli anni erano sistematicamente state affidate a società esterne, che eseguivano i lavori senza “restituire” le informazioni necessarie a gestire anche le ulteriori evoluzioni delle infrastrutture. Gli unici a sapere “dove mettere le mani” – oltre ai tecnici dei fornitori – erano i dipendenti che avevano seguito i lavori e che ora – “andati in pensione” – offrivano all’ex datore di lavoro una consulenza che quest ultimo, se si fosse premunito, non avrebbe ragione di dover comprare. Continue reading “Proteggere il know how aziendale nei contratti di outsourcing”

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Facciamo il punto sulle “aste online”

di Andrea Monti – WebMarketing Tools n.37/01


E’ un’opinione molto diffusa che le “aste” online siano fuorilegge. Questo almeno si desumerebbe da una prima lettura del comma 5 del d.lgs. 114/98; che laconicamente recita: “Le operazioni di vendita all’asta realizzate per mezzo della televisione o di altri sistemi di comunicazione sono vietate”. L’internet rientra sicuramente fra gli “latri sistemi di comunicazione”, quindi le “aste” tramite la rete sono vietate.
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I nuovi programmi di licenza Microsoft: esaminiamo alcuni aspetti contrattuali

di Andrea Monti – PC Professionale n. 128

Cambiano radicalmente le politiche di licensing dei prodotti Microsoft che si basano ora sul principio della “temporaneità” del diritto all’uso del software.
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Pubblicato il regolamento sul bollino SIAE: quando la cura è peggiore del male

di Andrea Monti – PC Professionale n. 127

Il regolamento attuativo stabilisce alcune esenzioni dall’obbligo di bollinatura.
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Il cattivo uso della rete

Interlex n. 191 – PuntoCom

C’è gente che non si ferma veramente davanti a nulla e persino davanti ad un evento gravissimo come l’attentato agli USA cerca comunque di “portare acqua al proprio mulino”. E anche la rete si trova coinvolta in questo gioco al massacro.

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Il diritto d’autore fra legge italiana e direttiva europea

di Andrea Monti – PC Professionale n. 126

La nuova direttiva “antipirateria” mette fuori legge la commercializazione di apparati, software e singoli componenti, atti a eludere misure di protezione.
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Bollino SIAE. Un regolamento “fatto su misura”

Linux&Co n.ro 19

di Andrea Monti

Tempi oscuri si preparano per l’Open Source italiano. Lo scorso 22 agosto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il famigerato regolamento previsto dall’art.10 L.24800 (quello che rende obbligatorio il bollino anche per i supporti che contengono software) e il risultato lascia letteralmente esterreffatti. Raramente in un provvedimento normativa della Repubblica è stato dato di riscontrare un pastone così sfacciato di ignoranza tecnica, interessi di parte e indifferenza per le istanze provenienti dalla comunità degli operatori priva di “santi in paradiso”. Perchè i soliti noti hanno avuto modo e maniera di intervenire pesantemente in fase preparatoria Dalle prossime righe sarà anche evidente perchè il testo di questo regolamento sia stato “secretato” gelosamente” dalla Presidenza del consiglio, tanto da far dichiarare in un convegno pubblico organizzato dal LUG Roma all’Università La Sapienza: – all’on.Altea (il relatore della legge 248) che nemmeno a lui ne hanno dato una copia – al dott. Agoglia (relazioni esterne SIAE) di avere visto soltanto una bozza e di non avere idea di quello che sarebbe stato il testo definitivo Persino i tentativi di contatto con l’Autorità delle comunicazioni e con la Presidenza del consiglio non hanno avuto alcun esito, infrantisi malamente su un muro di gomma improvvisamente induritosi oltre ogni misura. Cominciamo con l’ignoranza tecnica. Nella gerarchia delle fonti del diritto il regolamento “sta sotto” la legge ordinaria. Questo significa che se la legge fissa dei principi, il regolamento li può solo attuare e non modificare. Questo in teoria, perchè in pratica le cose vanno molto diversamente. Come è universalmente noto, il nuovo art.181 bis della legge sul diritto d’autore stabilisce espressamente che Ai sensi dell’articolo 181 e agli effetti di cui agli articoli 171-bis e 171-ter,

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Ghost in the shell

di Andrea Monti – WebMarketing Tools n.43/01

Quello che vedete più avanti è l’exploit[1] in grado di trasformare un modem ADSL Alcatel Speed Touch Home nella versione PRO 
(notevolmente più costosa). Lo ha scoperto Stefano Chiccarelli - esperto di system security e coautore di “Spaghetti Hacker” -  che 
sul filo di lana è stato anticipato dal ricercatore nippo-americano Shimomura Tsutomu[2] nella pubblicazione della scoperta di una 
backdoor (chiamata EXPERT MODE)  presente nello stesso modem. Grazie alla quale si può accedere in tutta tranquillità alle 
macchine collegate al suddetto apparecchio. Continue reading "Ghost in the shell"

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Scrivere una licenza open source

Linux&Co n.ro 17

na delle domande che ricevo più spesso riguarda il “come” scrivere una licenza open source valida all’interno dei nostri confini. Cosa non delle più semplici, anche solo considerando che nell’oceano del software libero c’è un mare di pesci simili ma anche molto diversi fra loro.

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Bruce Perens e l’Open Source Licensing

di Andrea Monti – PC Professionale n. 123

A colloquio con il co-fondatore dell’Open Source Initiative che promuove l’impiego del software libero all’interno delle aziende. Quando una licenza d’uso è “open source”.
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Open Source,media e Istituzioni. Colpevoli silenzi, crassa ignoranza e arrogante presunzione

Linux&Co n.ro 16

di Andrea Monti

Nell’ultimo mese ho avuto la fortuna di partecipare a tre eventi che mi hanno consentito, da un lato, di conoscere esponenti storici del movimento Open Source internazionale come Bruce Perens e Roberto Di Cosmo e, dall’altro, di incontrare faccia a faccia – come presidente di ALCEI – il parlamentare che ha funto da relatore alla famigerata legge sul bollino, e il responsabile delle relazioni esterne della SIAE. Non tutti questi incontri hanno una relazione diretta con gli aspetti legali che normalmente tratto in queste pagine, ma per una volta spero mi perdonerete l’off topic. Che spero sia comunque interessante.

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La legge sull’editoria. Ancora un colpo di mannaia sulla libertà della rete

di Andrea Monti – PC Professionale n. 122

La legge 62/01, da poco entrata in vigore, detta “nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali”. Cioè dovrebbe essere diretta a regolamentare le attività di chi opera o intende operare professionalmente nel settore dell’informazione (cartacea ed elettronica). Non si sa se per svista, ignoranza o malafede, però, il testo licenziato dalle Camere è in grado di provocare delle ricadute molto pesanti anche su chi – come gli utenti dell’internet – con l’informazione professionale non hanno e non vogliono avere nulla a che fare. In effetti questa legge si applica anche alla rete e detta alcune indicazioni obbligatorie che dovrebbero essere presenti sui siti web e su tutto ciò che costituisce “prodotto editoriale”.

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Processo per stampa clandestina: la parola alla difesa

Interlex n. 174

di Andrea Monti

Signor giudice,
l’imputato è tratto a giudizio davanti a questo tribunale in quanto reo – a dire del pubblico ministero – di avere violato gli articoli 2 e 5 L.47/48 così come richiamati dall’art 1 comma III legge 62 /2001. In particolare egli sarebbe colpevole di avere diffuso informazioni con regolarità tramite prodotti editoriali realizzati su supporto informatico destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione presso il pubblico con mezzo elettronico. Cioè tramite siti web, mailing list, canali IRC caratterizzati dal titolo comune “Il pensiero imbavagliato”. Il tutto, senza appartenere alla casta dei giornalisti o – peggio – senza averne mendicato la protezione offerta dall’istituto della “direzione responsabile”.

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Vendere CD copiati? Per il tribunale di Roma è lecito se serve a sopravvivere

di Andrea Monti – PC Professionale n. 121

Il 15 febbraio 2001 con una sentenza che farà sicuramente discutere, il tribunale penale di Roma ha assolto un extracomunitario sorpreso a vendere CD abusivamente duplicati perché – secondo il giudice – il fatto sarebbe stato commesso “in stato di necessità”. Cioè in quella condizione particolare prevista dall’articolo 54 del codice penale per la quale non può essere condannato, chi commette un reato per evitare un danno grave alla persona.
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Editoria: è il prodotto che fa la differenza

Interlex n. 171

di Andrea Monti

Dopo – a tacer d’altro – la legge “antipedofilia”, le proposte forcaiole di “bombardare” siti esteri, la ignobile riforma del diritto d’autore, la proposta di candidare un alto esponente della Microsoft a ministro della Repubblica italiana e tutto l’arsenale di proposte e DDL liberticidi che pregiudicano anche la libertà d’impresa, è l’editoria il nuovo terreno di scontro. L’articolo Qui succede un… quarantotto dimostra bene come il legislatore perda sistematicamente la rotta quando deve confrontarsi con questioni che impattano sui diritti di libertà.

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Diffamazione online. Dalla Corte di cassazione una sentenza importante.

di Andrea Monti – PC Professionale n. 120

Con la sentenza n. 4741/2000 la V Sezione Penale della Corte di cassazione ha fissato alcuni punti fermi nell’individuazione del giudice competente per gli illeciti commessi tramite la rete.
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Nomi a dominio. Illecita la registrazione senza titolo dei “nomecognome.it”

di Andrea Monti – PC Professionale n. 120

Decidendo sul ricorso d’urgenza Alessia Merz vs Le Mie Favole, Il tribunale di Torino ha emanato il 23 dicembre un’ordinanza (http://www.andreamonti.net/jus/orto001223.htm) che si pronuncia sulla titolarità di un nome a dominio. A rendere interessante la notizia è il fatto che siamo di fronte alla prima decisione italiana in materia di tutela del diritto al nome. Fino ad oggi, infatti, le decisioni dei tribunali italiani avevano sempre essenzialmente riguardato la tutela dei marchi e la repressione della concorrenza sleale. Lasciando “scoperta” una sfera giuridica – quella dell’identità personale – altrettanto se non più meritevole di tutela.
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Napster, una vittoria di Pirro

Riassunto delle puntate precedenti.
Scandalizzate dalla scoperta di un crimine efferato – un gigantesco scambio di file musicali on line realizzato tramite un sistema di file sharing – le major della discografia decisero di dare inizio a quella che, secondo loro, doveva rappresentare un esempio per tutti. Un’azione di stampo maoista (ucciderne uno per terrorizzarne diecimila) che però, non traendo alcun utile dal rivalersi sui tantissimi (e non solvibili) adolescenti che usavano Napster, doveva essere diretta contro la società che offriva il servizio di “gestione” degli scambi.
Ottenuto un primo successo, con un provvedimento che decretava la chiusura di Napster, le discografiche hanno visto la vicenda processuale ingarbugliarsi progressivamente.

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Bollino SIAE. Aggiornamenti e sorprese

Linux&Co n.ro 15

di Andrea Monti

Punto Informatico pubblica all’URL http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=35587 la risposta della SIAE ad una lettera dell’Associazione Software Libero che “chiedeva lumi” sulla nota vicenda dell’obbligatorietà del bollino anche per il freeware (argomento ampiamente trattato su queste pagine già all’indomani dell’entrata in vigore della riforma del diritto d’autore).

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Spam e indirizzi e-mail. Quando la 675 è impotente

Interlex n. 163

di Andrea Monti

Ha suscitato l’oramai usuale clamore la posizione dell’Ufficio del garante per i dati personali, secondo la quale raccogliere indirizzi di posta elettronica pubblicamente disponibili a fini di spam sarebbe contrario alla L. 675/96, se l’azione è commessa senza informativa e consenso dell’interessato.
In realtà questa affermazione di principio non può avere un valore generale perché è la definizione stessa di “dato personale” contenuta nella legge (qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale) ad escluderne l’automatica applicabilità.

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Legge sul diritto d’autore. In arrivo le modifiche

di Andrea Monti – PC Professionale n. 119

Il 7 dicembre 2000, a meno di due mesi dall’entrata in vigore della L.248/2000 i senatori Pieroni e Semenzato del gruppo parlamentare Verdi-Ulivo al Senato hanno presentato un disegno di legge che si fa carico delle polemiche suscitate dall’aggravamento sanzionatorio della duplicazione abusiva di software. In pratica, della sostituzione, nell’art.171 bis della legge sul diritto d’autore, dello “scopo di lucro” con il “fine di profitto”. Che consente di applicare la sanzione penale prevista per la duplicazione abusiva anche ai casi che – sotto la vecchia legge – non erano considerati reato.
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Un responsabile Microsoft dice che Linux è una minaccia per l’innovazione

Linux&Co n.ro 14

di Andrea Monti

Non è una battuta, ma il titolo di un pezzo pubblicato il 14 febbraio 2001 su C-net che riporta a sua volta un “lancio” di Bloomberg, sulle dichiarazioni di Jim Allchin, chief operating system di Microsoft. 

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Se un DDL fosse un antibiotico…

Interlex n. 162

di Andrea Monti – 08.02.01

Se il DDL Passigli fosse un antibiotico, apparterrebbe alla categoria di quelli “ad ampio spettro”, i cui effetti si riassumono nel fare “piazza pulita” di qualsiasi essere vivente (anche il più microscopico). Ma se l’antibiotico ha dalla sua – almeno in teoria – la giustificazione di “combattere il male”, non altrettanto si può dire di questo sciagurato disegno di legge. Che nel suo tracimante (e confuso) ipernormativismo rischia fra l’altro di mandare in rovina la categoria dei mantainer.

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Diritto di link: ma esiste davvero?

CopyrightMytechMondadori 7 febbraio 2001

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Ramen: sintomo di una malattia nella comunità open source

Linux&Co n.ro 13

Ramen è uno dei primi (forse il primo) worm che sfrutta esplicitamente le vulnerabilità di Linux, o meglio, di una sua distribuzione(http://www.cert.org/incident_notes/IN-2000-10.html).

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E’ arrivata la direttiva sul commercio elettronico

di Andrea Monti – E-commerce Legalese Copyright 2000Login

Mentre mi preparavo a continuare il commento alla normativa attualmente in vigore che si applica al commercio elettronico l’Unione Europea ha emanato la direttiva 2000/31/CE che rimette tutto (o quasi) in discussione. L’importanza di questo provvedimento, dai contenuti, almeno in parte fortemente discutibili, sta nel fatto che intende disegnare un quadro giuridico armonico per tutti gli Stati dell’Unione. La conseguenza è che non essendoci (almeno in teoria) significative differenze. Continue reading “E’ arrivata la direttiva sul commercio elettronico”

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“Colpi di genio” online. Come si proteggono le idee?

di Andrea Monti – WebMarketing Tools n.36/00

Fino a un po’ di tempo fa, l’inventore di una tecnologia nuova aveva il serio problema di doverla realizzare in pratica e poi produrre in serie a costi accettabili. Per raggiungere questo obiettivo ci vogliono mezzi, risorse, know how, canali commerciali in quantità così elevate da essere ben difficilmente alla portata del novello Edison. Il che spesso costringeva lo squattrinato inventore a cedere per pochi spiccioli dei progetti che si sarebbero rivelati vere e proprie miniere d’oro. Continue reading ““Colpi di genio” online. Come si proteggono le idee?”

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Il Gattopardo e la new economy

di Andrea Monti – WebMarketing Tools n.30/00

La notizia del fallimento di Boo.com ha fatto il giro del mondo, ma non è certo l’unica e sopratutto – checchè se ne possa pensare – riguarda direttamente anche il nostro paese. Dove molte aziende “virtuali” spuntate dal nulla ci stanno precipitosamente ritornando e molte altre non sono proprio nate per via di una gestione miope e sbagliata dell’enorme quantità di miliardi rovesciata sulla rete. Entrare nello specifico di come sono stati gestiti gli startup internet sarebbe complesso e fuori luogo; ma sta di fatto che i venture capitalist hanno condizionato molto negativamente lo sviluppo di nuove attività d’impresa. Privilegiando la speculazione del brevissimo periodo (vedi i “fenomeni” borsistici) o comunque la realizzazione di profitti facili, piuttosto che la creazione di un valore duraturo. Continue reading “Il Gattopardo e la new economy”

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Il recesso nelle transazioni on-line. Qualche consiglio pratico

di Andrea Monti – WebMarketing Tools n.28/00

Il considerevole aumento delle vendite a distanza (e la proporzionale crescita del numero di “pacchi” – nell’etimo partenopeo della parola – rifilati ai clienti) ha indotto il legislatore comunitario prima, e quello italiano poi, ad emanare delle normative a tutela dell’”ignaro” consumatore. Ovviamente anche l’internet è stata “messa in mezzo”: vediamo come. Continue reading “Il recesso nelle transazioni on-line. Qualche consiglio pratico”

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Dati personali e misure di sicurezza. Come ottenere la data certa?

di Andrea Monti – PC Professionale n. 117

Come da migliore tradizione, l’adozione delle misure di sicurezza slitta di proroga in proroga. Il termine ultimo è fissato per fine anno, “data certa” permettendo…

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Open Source e Pubblica Amministrazione: un connubio difficile

Linux&Co n.ro 12

di Andrea Monti

Mentre persino i colossi dell’IT hanno pesantemente investito nel mondo del software libero, l’apparato amministrativo dello Stato è ancora alla fonda. Nonostante le molte buone ragioni che dovrebbero indurre la Pubblica Amministrazione italiana a dotarsi di sistemi Open Source, nella realtà dei fatti siamo lontani anni luce da un effettivo “cambio di rotta” che faccia puntare il Titanic amministrativo dello Stato verso porti più attrezzati, moderni e sicuri evitandogli la collisione con l’iceberg di turno.

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Il bollino SIAE: istruzioni per l’uso

di Andrea Monti – PC Professionale n. 116

L’obbligo di apposizione del bollino SIAE su qualsiasi tipo di Cd-Rom, destinato a un circuito commerciale, sta creando molti problemi alle software house e agli editori.
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Free software e Pubblica Amministrazione: un matrimonio che non s’ha da fare

CopyrightMytechMondadori 14 novembre 2000

Perché la Pubblica Amministrazione italiana deve essere targata Microsoft? perché nessuno pensa all’open source? A dirlo al Linux Meeting 2000 non è uno hacker, ma il Direttore Generale del Ministero delle Finanze Continue reading “Free software e Pubblica Amministrazione: un matrimonio che non s’ha da fare”

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Open source e pubblica amministrazione, non è solo questione di soldi

Interlex n. 149

di Andrea Monti

L’iniziativa che ha segnalato lo stato di soggezione della pubblica amministrazione italiana ai prodotti Microsoft ha suscitato un giusto e meritato interesse. Che però si è focalizzato principalmente su due aspetti di importanza non centralissima: lo “scontro” fra due tecnologie (Linux da un lato, Windows dall’altro) e le pur indubitabili economie realizzabili impiegando software libero.
In una prospettiva di più ampio respiro, tuttavia, questi aspetti perdono di nitidezza e da soli non giustificano con la forza sufficiente il chiedere allo Stato di non utilizzare più software del quale non si ha la disponibilità dei sorgenti e che non sia liberamente modificabile e riproducibile.
Ammettiamo infatti, ovviamente per assurdo, che da domani alla pubblica amministrazione siano regalati i software che – diversamente – si dovrebbero pagare a caro prezzo. Sarebbe risolto in un colpo solo il problema dei costi e della compatibilità (ma al prezzo di costringere comunque i cittadini a spendere somme rilevanti per acquistare gli unici programmi che consentirebbero di interagire con lo Stato) Cambierebbe qualcosa?

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