Interlex n. 149
di Andrea Monti
L’iniziativa che ha segnalato lo stato di soggezione della pubblica amministrazione italiana ai prodotti Microsoft ha suscitato un giusto e meritato interesse. Che però si è focalizzato principalmente su due aspetti di importanza non centralissima: lo “scontro” fra due tecnologie (Linux da un lato, Windows dall’altro) e le pur indubitabili economie realizzabili impiegando software libero.
In una prospettiva di più ampio respiro, tuttavia, questi aspetti perdono di nitidezza e da soli non giustificano con la forza sufficiente il chiedere allo Stato di non utilizzare più software del quale non si ha la disponibilità dei sorgenti e che non sia liberamente modificabile e riproducibile.
Ammettiamo infatti, ovviamente per assurdo, che da domani alla pubblica amministrazione siano regalati i software che – diversamente – si dovrebbero pagare a caro prezzo. Sarebbe risolto in un colpo solo il problema dei costi e della compatibilità (ma al prezzo di costringere comunque i cittadini a spendere somme rilevanti per acquistare gli unici programmi che consentirebbero di interagire con lo Stato) Cambierebbe qualcosa?
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