di Giancarlo Livraghi
Siamo al centenario del famoso J’accuse di Émile Zola sullo storico “affare Dreyfus”. In questa ricorrenza vorrei fare una precisa e severa accusa, non di “pedofilia” ma di perversa pedofobia. Qualcuno sta sistematicamente perseguitando le nuove generazioni (e non solo loro).
Non farò nomi; non perché temo le ritorsioni di conduttori televisivi, giornalisti, scrittori, direttori di giornali e telegiornali, magistrati, “forze dell’ordine”, politici e altri svariati “poteri”. Ma perché i colpevoli sono così tanti che l’elenco dei nomi e dei misfatti non starebbe in una pagina; ed è probabile che ne spunti qualcuno nuovo.
Non accuso tutti gli appartenenti a queste categorie. In ognuna ci sono persone responsabili, che dicono e fanno cose giuste (o almeno non fanno cose perverse). Ma sappiamo quanti sono colpevoli di una costante disinformazione, oltre che di intollerabili repressioni e persecuzioni.
Leggi il resto su: http://gandalf.it/garbugli/garb22.htm
Possibly Related Posts:
- La rottura tra Stati e big tech non è mai stata così forte
- Le accuse mosse a Pavel Durov mettono in discussione la permanenza in Europa di Big Tech
- Cosa significa l’arresto di Pavel Durov per social media e produttori di smart device
- Il senso di Apple per la privacy
- Così Big Tech ha imparato a monetizzare la nostra fuga dalla realtà