Gentiloni: i terroristi non ci faranno rinunciare alla nostra libertà

Dando una notizia vera nella forma e falsa nella sostanza a proposito delle reazioni politiche italiane ai fatti di Barcellona, Repubblica.it titola:

Gentiloni: i terroristi non ci faranno alla nostra libertà.

Nei fatti, invece, Parlamento e Governo ci hanno già costretto ad abbandonare (o non rivendicare) i nostri diritti fondamentali. Per esempio, viaggiare per lavoro o per diletto somiglia sempre di più, da tempo, a un trasferimento carcerario da un penitenziario (pardon, aereoporto) all’altro. I servizi segreti hanno fin dal 2013 il potere di accedere a banche dati private con nessun – oppure minimo – controllo. Persino il Garante dei dati personali ha girato la faccia dall’altra parte, nell’audizione parlamentare sulla nuova ed euroincompatibile data-retention da 72 mesi.

Sulla base di quanto sopra, possiamo concludere che il processo di erosione dei nostri spazi di libertà “per questioni di sicurezza nazionale” è dunque in atto da quasi dieci anni senza che se ne veda un compimento. Con ciò rivelando una sostanziale incapacità strategica delle istituzioni, che al di là della facciata pubblica dimostrano di non avere una reale politica della prevenzione e si comportano piuttosto come un cane di Pavlov, reagendo (malamente) agli stimoli provocati da atti di terrorismo piuttosto che impedendo loro di manifestarsi

Il danno indiretto (ma non per questo meno grave) della incapacità politica e normativa di parlamento e governo di emanare norme efficienti e razionali è nell’aumento incontrollato di costi e burocrazia per le imprese di alcuni comparti, trascurandone altri di importanza non inferiore per la “lotta al terrorismo”.

Anche in questo caso, il comparto tecnologico fornisce un esempio eclatante: parlamento e governo si (pre)occupano di internet provider e operatori TLC, imponendo l’adozione di misure di sicurezza, conservazione dei dati di traffico e via discorrendo. Ma non dicono mezza parola sulla responsabilizzazione di chi produce software, e non prevedono obblighi di realizzazione di software sicuri: tutto ciò che le istituzioni sono riuscite a fare sul punto è scaricare sugli utenti l’obbligo (limitato peraltro a ciò che tratta dati personali) di usare software che incorpora i vaghi e fantomatici principi del “data protection by design” e “data protection by default”.

Non sono, dunque, i terroristi a farci rinunciare a spazi di libertà. Sono le istituzioni che ce li tolgono e, quel che è peggio, non per attuare un progetto dittatoriale di controllo globale, ma solo per l’esercizio dell’unico potere che è loro proprio: quello della stupidità.

 

 

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