Le accuse mosse a Pavel Durov mettono in discussione la permanenza in Europa di Big Tech

La pubblicazione di un comunicato della Procura della Repubblica di Parigi sull’arresto di Pavel Durovconsente di approfondire un po’ di più (ma non troppo) il contesto della vicenda perché contiene l’elenco delle accuse formulate nei confronti del fondatore di Telegram. In sintesi (il dettaglio con una traduzione non ufficiale delle norme è alla fine di questo articolo) le basi giuridiche dell’arresto di Pavel Durov sono rappresentate dai reati previsti nella LOI n° 2023-22 du 24 janvier 2023 d’orientation et de programmation du ministère de l’intérieur che inserisce nel Codice penale francese l’articolo 323-3-2 e un ulteriore comma (il dodicesimo) all’articolo 706-73-1 del Codice di procedura penale e dalla Loi n° 2004-575 du 21 juin 2004 pour la confiance dans l’économie numérique che sottopone ad autorizzazione ministeriale l’uso di crittografia per usi diversi da quelli del controllo di autenticazione e integrità (in pratica: se serve per dimostrare la propria identità in un servizio di e-commerce, la crittografia è liberamente utilizzabile, se serve per cifrare informazioni deve essere autorizzata dal Governo) di Andrea Monti – Inizialmente pubblicato su Strategikon – Italian Tech La Repubblica Continue reading “Le accuse mosse a Pavel Durov mettono in discussione la permanenza in Europa di Big Tech”

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Cosa significa l’arresto di Pavel Durov per social media e produttori di smart device

Un lancio di Reuters informa dell’arresto, avvenuto in Francia, di Pavel Durov, fondatore e amministratore delegato di Telegram, con doppia cittadinanza russa e francese. Secondo TF1 il motivo dell’arresto è la mancanza di moderazione dei contenuti, l’omessa cooperazione con le forze dell’ordine e il tipo di “strumenti” —come criptovalute e numeri telefonici usa e getta— reperibili liberamente sulla piattaforma. Gli inquirenti francesi hanno ritenuto che così facendo Durov non si sia limitato ad un “omesso controllo” ma che sia stato un vero e proprio complice nella commissione dei reati di Andrea Monti – Inizialmente pubblicato su Strategikon – Italian Tech La Repubblica Continue reading “Cosa significa l’arresto di Pavel Durov per social media e produttori di smart device”

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Il senso di Apple per la privacy

Da sempre Big Tech —come qualsiasi altro comparto industriale— promuove interlocuzioni istituzionali a vario livello per rappresentare ai legislatori le proprie istanze e intervenire su provvedimenti che mettono in pericolo i propri interessi. Consulenti di “relazioni istituzionali” —i lobbisti, in altri termini— passano il tempo a raccogliere informazioni su quanto accade nei palazzi del potere e, dall’altro lato, mettono a disposizione documenti, analisi tecniche e dati statistici che spesso i decisori non hanno i mezzi o le possibilità di ottenere, oppure sostengono eventi pubblici organizzati da soggetti istituzionali come forma di “civil engagement” e “social responsibility”. Da qualche tempo, però, l’attività di condizionamento delle scelte politiche ha iniziato ad estendersi anche all’interazione con la società civile —attivisti e associazioni per la difesa dei “diritti digitali”— e poi, da ultimo, direttamente alle persone o meglio, alla percezione che le persone hanno del concetto di diritto di Andrea Monti – Inizialmente pubblicato su Strategikon – Italian Tech La Repubblica Continue reading “Il senso di Apple per la privacy”

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Così Big Tech ha imparato a monetizzare la nostra fuga dalla realtà

In un mondo oramai fruito artificialmente tramite schermi di varia foggia e dimensioni, le Big Tech hanno saputo sfruttare magistralmente alcuni degli aspetti più profondi e inquietanti della debolezza umana. Dietro la promessa dinuove forme di interazione o di intrattenimento stanno capitalizzando una condizione di profondo disagio: l’incapacità di far fronte ai nostri limiti e all’isolamento che spesso accompagna la vita moderna di Andrea Monti – Inizialmente pubblicato su Strategikon – La Repubblica – Italian Tech

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Imane Khelif dovrebbe fare scandalo, ma per tutt’altro motivo

Il caso di Imane Khelif, la pugile algerina oggetto di roventi polemiche alle Olimpiadi Parigi 2024 perché, scambiata erroneamente come “trans” dai media, non potrebbe combattere con una donna dovrebbe fare, sì, scandalo ma non per le ragioni che molti adducono a sostegno della sua esclusione o del rifiuto delle sue avversarie di incrociare i guantoni sul ring di Andrea Monti – Inizialmente pubblicato su Italian Tech-La Repubblica Continue reading “Imane Khelif dovrebbe fare scandalo, ma per tutt’altro motivo”

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