Decisione ineccepibile (in termini astratti, visto che non conosco il merito del processo) del tribunale di Sulmona che applica norme tanto “secolari” quanto ignorate da politici e “opinion maker”, che invece di richiamare all’ordine genitori ignoranti e deresponsabilizzati, propongono a ogni pie’ sospinto censure, filtraggi e “oscuramenti”, con la scusa di “proteggere i minori” e “contrastare i contenuti illegali”.
Se ripartiamo dai fondamentali (la responsabilità penale è personale) tutto ritorna al proprio posto.
Che poi non ci siano mezzi e competenze per indagare e punire tutti gli illeciti online è un altro discorso.
Ma non puo’ essere una scusa – per le istituzioni – per abdicare all’amministrazione della giustizia.
Possibly Related Posts:
- Il caso Crowdstrike rivela le cyber-debolezze Ue
- Il nodo della crittografia è arrivato al pettine della UE
- Articolo 134
- Chi vince e chi perde nella vicenda di Julian Assange
- Cosa significa la distruzione del campo di riso geneticamente migliorato dell’università Statale di Milano