Per la prima volta, un uomo ha ricevuto una terapia basata su editing genetico. Così titola The Scientist commentando la notizia per la quale a una persona (le cui generalità appaiono nell’articolo) è stata praticata una operazione di modifica del codice genetico per cercare di guarire la Sindrome di Hunter, una malattia rara e costosa da curare.
E’ presto per sapere se la terapia ha avuto effetto, ma finalmente l’editing genetico ha fatto un passo avanti e gli scienziati hanno cominciato ad applicarlo agli esseri umani.
Ora, è ragionevole aspettarsi che nel giro di (relativamente) poco tempo molte malattie genetiche potranno essere finalmente curate.
E questo accadrà nonostante il GDPR – o, meglio – nonostante la cieca follia di una sua interpretazione burocratica e pedante che, in nome della tutela dei diritti fondamentali, ostacola la ricerca scientifica e impedisce la protezione del diritto cardine al quale tutti noi “abbiamo diritto”: quello alla vita.
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