Il “blocco di ChatGPT” è stato disposto il 30 marzo 2023 dall’Autorità garante per la protezione dei dati personali sul presupposto che i dati utilizzati per addestrare il modello siano stati raccolti senza informare le persone cui si riferiscono e senza averne verificato l’età. Questo, si legge testualmente, nel provvedimento espone i minori che utilizzano il servizio “a risposte assolutamente inidonee rispetto al grado di sviluppo e autoconsapevolezza degli stessi”. Il provvedimento, va detto senza mezzi termini, è fortemente discutibile dal punto di vista tecnico, giuridico e culturale. Esso rivela, da un lato la debolezza con la quale le Autorità nazionali di protezione dei dati trattano la materia e, dall’altro, la sostanziale inapplicabilità della normativa “a tutela della privacy”. Infine, innesca un pericolosissimo meccanismo di reciprocità per cui altri Paesi che hanno normative analoghe —fra le quali Russia e Cina— potrebbero utilizzarle come strumento “legale” per colpire soggetti al di qua della nuova Cortina di ferro di Andrea Monti – Inizialmente pubblicato su Strategikon – un blog di Italian Tech Continue reading “Bloccare ChatGPT è un rimedio peggiore del male”
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