Pubblica sicurezza e lupi solitari. Fino a quando funzionerà il sistema attuale?

Il Fatto Quotidiano, come peraltro tutti i giornali, riporta la notizia dell’arresto di un sospetto terrorista.

Evidentemente, in questo caso il “sistema di prevenzione” ha funzionato, e ha funzionato bene, ma rimane il fatto che ci sono voluti giorni di pedinamenti, impegno delle strutture di pubblica sicurezza e l’impiego dei NOCS della Polizia di Stato per arrestare un solo sospetto terrorista.

L’aspetto sul quale riflettere, dunque, è cosa succederà quando invece di doversi occupare di uno – o di qualche centinaio – di soggetti, il numero dei potenziali terroristi (non solo islamici) che operano da “lupo solitario” crescerà fino a saturare le capacità di reazione dell’apparato di sicurezza dello Stato.

Evidentemente, non è pensabile reagire soltanto con l’aumento del personale, della sua qualificazione e dei mezzi a disposizione, perchè questa corsa al rialzo non ha senso.

Insieme al lavoro delle forze di polizia, dunque, è necessario fare “terra bruciata” attorno ai potenziali criminali ed elimiinare le condizioni per le quali possono vivere in un “mondo parallelo” che sta al disotto della nostra percezione di “benpensanti”.

Per illustrare il concetto agli studenti del del mio corso di diritto dell’ordine e della sicurezza pubblica ho chiesto di andare in una città limitrofa e, semplicemente, per qualche ora di sedersi per terra da qualche parte (vicino a un semaforo, all’uscita di un supermercato, in una piazza). E’ un modo semplice ma efficace per scomparire dalla percezione della gente, diventando parte di quel mondo di “invisibili” che ci infastidiscono al punto di rifiutare di riconoscerne l’esistenza.

Ma se questa reazione risolve il nostro “disagio borghese” dall’altro lato contribuisce, appunto, alla creazione di questa “terra di mezzo” attraversata dai soggetti più diversi, delinquenti e terroristi inclusi.

E’ evidente, dunque, che l’eliminazione – o la sensibile riduzione dei confini – di questa “terra di mezzo”  passa per l’integrazione e la creazione di opportunità per chi la abita. Ma nello stesso tempo è altrettanto evidente che l’applicazione diffusa e pragmatica degli strumenti già esistenti e contenuti nel Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza sarebbe di grandissima efficacia per consentire – in un quadro di rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti – il sostanziale controllo del territorio.

E qui casca l’asino.

Applicare il TULPS significa farlo anche e prima di tutto nei confronti dei “benpensanti” di cui sopra (affitti e assunzioni in nero, evasione fiscale, violazione delle norme sulla sicurezza ecc. ecc.), la cui sistematica reazione al controllo – sia esso di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria – è sistematicamente la stessa: “perchè io, quando lì fuori c’è il… scegliete il complemento oggetto: <nègher><rom><drogato><mafioso>.

Più che della giustizia, la prevenzione di pubblica sicurezza funziona quando è applicata in modo orizzontale senza “guardare in faccia a nessuno”. Non è una rivendicazione di egalitarismo giacobino, ma di puro pragmatismo operativo: alla luce del sole è difficile nascondersi, nelle zone d’ombra è più facile. Quindi, bisogna elminare le zone d’ombra e chi le rende possibili.

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