Il ministro dell’istruzione Fedeli commenta lo “scandalo” della corruzione universitaria dicendo “punti di marciume scandalosi, ma no a generalizzazioni”.
Sarebbe interessante sapere se il il ministro Fedeli afferma cose del genere sulla base di controlli, ispezioni e statistiche o se, invece, si tratta di un commento in politichese puro, cioè privo di sostanza.
Propendo per questa seconda ipotesi, visto che il ministro Fedeli non cita le fonti che sostengono la sua affermazione e che non ha una conoscenza diretta del mondo universitario visto che, come disse quando le fecero notare che contrariamente a quanto dichiarava sul proprio sito, non aveva tempo per laurearsi.
A margine, questa difesa opposta alle polemiche generate quando si scoprì che il ministro Fedeli – non certo il primo “VIP” e sicuramente non l’ultimo a millantare titoli inesistenti – in realtà non possedeva alcun diploma di laurea è molto interessante. Perchè dice chiaramente che per salvare grandi aziende,portare nella Cgil le competenze dei ricercatori della moda, occuparsi di Wto e dei round per far entrare i cinesi nel commercio internazionale, diventare vicepresidente del Senato e poi ministro dell’istruzione non serve studiare.
In prima battuta questa affermazione sembra del tutto priva di fondamento.
Come si fa a salvare un’azienda senza avere studiato diritto, economia, management, relazioni con il mondo bancario e finanziario e via discorrendo? Come ci si può occupare di WTO senza avere passato anni a studiare materie legate al commercio internazionale, agli equilibri di politica economica, all’impatto della tecnologia sullo sviluppo industriale? In sintesi: come si può fare tutto questo, senza possedere una conoscenza strutturata, approfondita e ampia?
Ma alla prova dei fatti, visto che il ministro Fedeli ha fatto tutto questo senza uno straccio di titolo formale, evidentemente ha ragione lei, non serve laurearsi.
Ma se è così, allora, perché ha accettato di fare e fa ancora il ministro dell’istruzione?
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