L’ordine pubblico – cioè l’insieme delle condizioni che garantiscono la sopravvivenza del Potere – si gestisce solo in un modo: rimettendo i buoi nelle stalle. O, meglio, impedendo che i buoi possano comunicare fra loro e organizzare uno stampede grazie all’aiuto di “pastori privati”.
Facile scagliarsi contro Apple e Facebook quando “adempiono” alle richieste di governi “che violano i diritti umani”. Ma ora che gli stessi metodi – blocco da parte del gestore di una piattaforma della disponibilità di software utilizzati dagli attivisti – sono stati utilizzati dalla civilissima Spagna, qualcuno sanzionerà Microsoft per avere preso le parti di un governo legittimo contro i comportamenti dei “facinorosi protestatori”? Oppure, in questo caso, si applaudirà alla scelta della Microsoft di turno per avere aiutato un governo legittimo senza subire le pastoie della burocrazia giudiziaria (altrove chiamate “garanzie”)?
La vicenda spagnola – che già aveva evidenziato l’uso strumentale della normativa sulla protezione dei dati personali per scopi politici – dimostra oramai senza più alcun dubbio che la sovranità nazionale oramai si esercita in cogestione con soci privati.
La cui agenda, però, non coincide necessariamente con quella dello Stato.
Possibly Related Posts:
- Caso Raoul Bova: più che la privacy c’entra il codice penale
- Il vero fallimento dell’Ue nell’accordo sui dazi è aver accettato che i diritti sono negoziabili
- Le regole di Agcom sugli influencer sottraggono spazio ai giudici nella tutela degli utenti in rete
- Usa. L’intelligenza artificiale secondo Trump: potenza, biosecurity e zero regoleUsa
- Chi possiede i retrogame?