COVID-19: i limiti delle sanzioni amministrative e l’illegittimità delle vie di fatto

Le cronache iniziano a riportare  notizie sul modo in cui le sanzioni amministrative per la violazione degli obbilighi di distanziamento sociale vengono contestate dalle varie forze dell’ordine. In particolare, si legge di “strattonamenti”, di allontamenti imposti con il turbine d’aria prodotto da un elicottero, e addirittura di perquisizioni.

Sono comportamenti illegittimi dal punto di vista della norma, perchè in materia di sanzioni amministrative non si possono assolutamente eseguire misure coercitive nè eseguire perquisizioni, nè tantomeno – come nel caso dell’uso dell’elicottero – utilizzare strumenti di coazione. Ma sono anche comportamenti odiosi elevati ad archetipo dal “Siamo uomini o caporali” di Totò e – ancora di più – dal “Vigile” di Alberto Sordi, accomunati dall’arrogante ponziopilatismo del “faccia ricorso”.

Comportamenti del genere – a prescindere dal merito della sanzione – fanno venire meno la fiducia nei confronti di chi è addetto a tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica e se la maggiore disponibilità dimostrata all’inizio dalle persone a sottoporsi a limitazioni dei propri diritti costituzionali è ricambiata  in questo modo, quegli apparati dello Stato che erano percepiti come destinati alla nostra tutela diventano, invece degli insopportabili aguzzini.

Questo accade – ed è peggio –  non perchè il COVID-19 stia legittimando una deriva autoritaria che si traduce anche in azioni di forza arbitrarie, ma perchè i comportamenti evidenziati dalle cronache sono frutto, evidentemente, di ignoranza su cosa significa e come si contesta una “sanzione amministrativa”. Una ignoranza imperdonabile a chi costituisce il primo baluardo contro l’illegalità perchè rompe il patto di fiducia nei confronti delle istituzioni.

Non si tratta di invocare “mano leggera” o di “chiudere un occhio” su violazioni di legge. Al contrario, è fondamentale che le sanzioni siano irrogate in modo inflessibile, ma a chi le merita (e dunque non a tutti, indiscriminatamente) e secondo le regole stabilite dalla legge. Perchè altrimenti si verserebbe nel paradosso che per far rispettare la legge, la legge non viene rispettata.

La legge, di questi tempi, è l’unica cosa che ci separa dall'”ognuno per se e dio per tutti” o, più concretamente, dal “tutti contro tutti”. Se “salta” la fiducia nella legge, l’unica conseguenza è il caos. E’ fondamentale che i cittadini – ma soprattutto le istituzioni – si rendano conto delle conseguenze dei loro comportamenti, prima che  sia troppo tardi.

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