La storia siamo noi e non quella raccontata dai libri, nonostante il GDPR

La storia, quella con la “s” maiuscola non esiste. Non esista una “signora Storia”, ontologica e oggettiva, che ci dice cosa e perchè sia accaduto nel passato.

Esistono le storie individuali di miliardi di persone, ed esiste il mestiere di Storico (questo si, con la maiuscola) che a queste storie individuali cerca di dare un senso. Soggettivo, parziale, “riscrivibile” in funzione della scoperta di qualche oggetto perduto, di una lettera o di una registrazione. Questa è la storia che, pure quando è sbagliata, ci consente di capire il mondo.

Ma con le fanatiche (e spesso interessatamente e ipocritamente “pelose”) interpretazioni del GDPR e del “diritto all’oblio” i nostri eredi non potranno più fare il mestiere di storico.

Si troveranno di fronte ad archivi e informazioni omissate, sbianchettate o riscritte appositamente per far sembrare la vita e le vicende personali “più bianche, che più bianche non si può”.

Ma come sa chi usa il detersivo, “bianco” non è sinonimo di “pulito”.

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