Il Presidente della Camera, Boldrini, e l’abdicazione alla responsabilità individuale

Il Presidente della Camera, Boldrini, scrive a “Mr. Facebook” per chiedergli di intervenire attivamente nel bloccare i discorsi di incitamento all’odio.

Il presidente Boldrini, tuttavia, non dice mezza parola sui disagi culturali che provocano il fenomeno e dimentica che, per la Costituzione, la responsabilità (penale) è personale. Continuare a scaricare doveri e responsabilità su piattaforme tecnologiche significa radicalizzare (si dice così, no?) il concetto che si può fare quello che si vuole, tanto le sanzioni colpiscono qualcun altro. Un po’ come nel celeberrimo siparietto di Totò e Mario Castellani, dove Totò – all’energumeno che gli chiede perché ridesse nonostante le botte – risponde “E mica sono Pasquale!”.

Come l’energumeno del siparietto, le istituzioni comunitarie e nazionali se la stanno prendendo con il soggetto sbagliato. Quindi l’hate speech non si fermerà e – anzi – grazie alla nuova impunità imbecilli, violenti e ignoranti potranno operare con maggiore sicurezza.

O, se volete una lettura pragmatica della situazione, è un dato di fatto che se le procure della Repubblica dovessero stare dietro ai suddetti imbecilli, violenti e ignoranti rimarrebbero ingolfate da decine di migliaia di processi (spesso) bagatellari. Meglio, quindi, smantellare il concetto di riserva di legge a favore della giurisdizione penale e scaricare gli obblighi su chi, alla fin fine, “ci guadagna.

Un altro passo verso la privatizzazione della giustizia che si è già trasformata in giustizia privata.

 

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