Amazon dovrà risarcire i danni provocati da un prodotto venduto nel suo marketplace

Amazon dovrà risarcire i danni provocati da un prodotto venduto nel suo marketplace
Finalmente le piattaforme sono responsabili di quello che fanno: lo dice una sentenza della corte d’appello della California di Andrea Monti  – Originariamente pubblicato da Wired.it

La sentenza Bolger vs. Amazon.com Inc., pronunciata dalla Corte d’appello della California lo scorso 13 agosto, ribalta il verdetto di primo grado e stabilisce Amazon.com è responsabile per i danni provocati dai prodotti resi disponibili tramite il sito, anche se il cliente compra da un venditore che opera nel marketplace nella modalità “Fulfilled by Amazon”.

Dunque (questa era la materia del contendere) il cliente che era stato ricoverato per due settimane in ospedale a causa dell’esplosione di una batteria di ricambio di un portatile ha diritto a chiedere i danni all’azienda di Jeff Bezos. Continue reading “Amazon dovrà risarcire i danni provocati da un prodotto venduto nel suo marketplace”

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Perché é importante che non siano i social network a definire giusto e sbagliato

La vicenda che ha coinvolto l’agenzia Magnum Photos – che ha rimosso un reportage discusso dal suo archivio – fa riflettere sulla libertà di informare e i suoi limiti: non bisogna confondere l’etica individuale con la legge di Andrea Monti – originariamente pubblicato Wired.it

Su Wired.it  avevo commentatola polemica riguardante Magnum Photos  poi risolta dall’annuncio della stessa agenzia delle revisione dei contenuti dei propri archivi e del sistema di parole chiave per identificare le immagini dei reportage (in breve, un reportage sulla prostituzione minorile di David Alan Harvey, disponibile nel catalogo dell’agenzia fotografica fino a poco fa, ha suscitato aspre polemiche, costando alla suddetta l’accusa di vendere foto di pornografia minorile).

La vicenda offre lo spunto per una riflessione più generale sul rapporto fra il dovere del giornalista di informare, il diritto delle persone di sapere e la pretesa di imporre limitazioni alla libertà di stampa e di espressione in nome di convinzioni individuali, amplificata dalla possibilità di usare i social network come strumento di manifestazione del dissenso. Continue reading “Perché é importante che non siano i social network a definire giusto e sbagliato”

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