Salute e difesa. Così la Cina si vaccina (per non finire come l’Impero romano)

La scelta cinese di sperimentare il vaccino sulle forze armate potrebbe non essere motivata solo dalla necessità di avere un “gruppo di controllo” più facilmente osservabile. Il commento di Andrea Monti, professore incaricato di Diritto dell’Ordine e della sicurezza pubblica, Università di Chieti-Pescara– Originariamente pubblicato da Formiche.net

La notizia di queste ore è che la Cina ha deciso di sperimentare l’Ad5-nCoV, un possibile vaccino per il Coronavirus, sulle proprie forze armate. Da quanto riporta il quotidiano britannico The Telegraph la scelta dipenderebbe dal fatto che i militari “offrono un gruppo di controllo medico più compatto di quanto faccia il pubblico”.

Benché non sia escluso l’utilizzo su scala più estesa, e dunque anche ai civili e non solo cinesi (la sperimentazione è stata autorizzata anche in Canada) è utile fare qualche riflessione sul significato della scelta di sviluppare e sperimentare il vaccino in ambito militare. Continue reading “Salute e difesa. Così la Cina si vaccina (per non finire come l’Impero romano)”

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Scienza, tecnocontrollo e public-policy nell’era COVID-19

Rivista Trimestrale di Scienza dell’Amministrazione n. 2/2020
Andrea Monti – Università Gabriele d’Annunzio Chieti-Pescara

 Riassunto

Questo articolo analizza i problemi emersi dall’impiego della tecnologia nella definizione ed attuazione delle misure di contrasto alla pandemia COVID-19. Evidenzia il ruolo della scienza nel supporto ai processi decisionali e la necessità di distinguere i diversi ambiti di attendibilità delle informazioni ai fini del policy by number. Segnala l’impatto dell’uso (pur involontariamente) sinergico dei dati nella comunicazione pubblica e in quella dei media come funzionale all’induzione di uno stato di learned helplessness favorito dall’opera “infantilizzante” delle tecnologie dell’informazione che si traduce in una minore reattività verso la limitazione dei diritti e delle prerogative democratiche del cittadino. Sostiene, a seguito di una analisi comparata, che la resistenza all’impiego esteso delle tecnologie dell’informazione per contrastare la pandemia – e in generale per la gestione della sicurezza – sia causata dal ritardo tecnologico italiano che ha impedito di fondare la riflessione giuridica su concrete scelte di public policy e sulle relative attuazioni normative.

Parole chiave: COVID-19, tecnocontrollo, privacy, pubblica sicurezza, sovranità digitale, Asian Values Continue reading “Scienza, tecnocontrollo e public-policy nell’era COVID-19”

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Scienza, public policy e tecnocontrollo nell’era COVID-19

Questo è un estratto dall’articolo ” Scienza, public policy e tecnocontrollo nell’era COVID-19″ accettato per la pubblicazione dalla Rivista Trimestrale di Scienza dell’Amministrazione per il volume “COVID-19: to rule the emergency”

1. Introduzione

L’emergenza COVID-19 ha evidenziato in modo chiaro – ma non per questo preso nella dovuta considerazione – il ruolo centrale della scienza e della tecnologia nel condizionare le scelte politiche e di conseguenza le norme emanate in loro applicazione.

Non si tratta solo e soltanto delle pur fondamentali questioni legate alla ricerca medico- scientifica, ma anche del modo in cui, da un lato, le tecnologie dell’informazione sono diventate la spina dorsale e l’apparato neuromuscolare del Paese e, dall’altro, hanno posto seri interrogativi sui limiti del loro utilizzo non solo per il controllo diffuso del contagio, ma anche del modo in cui, da un lato, le tecnologie dell’informazione sono diventate la spina dorsale e l’apparato neuromuscolare del Paese e, dall’altro, hanno posto seri interrogativi sui limiti del loro utilizzo non solo per il controllo diffuso del contagio, ma per l’estensione delle forme di sorveglianza e condizionamento della vita individuale nelle mani della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e il funzionamento della pubblica amministrazione. Continue reading “Scienza, public policy e tecnocontrollo nell’era COVID-19”

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Covid-19. Dalla Gran Bretagna un’altra “prova tecnica” di guerra dell’informazione?

Un ex capo del MI6 inglese sostiene di avere visto nuove prove sull’origine artificiale del coronavirus e sulla responsabilità della Cina. Andrea Monti, professore di Diritto dell’ordine e della sicurezza pubblica all’Università di Chieti-Pescara, analizza l’intervista del Telegraph a sir Richard DearloveOriginariamente pubblicato da Formiche.net

Il quotidiano inglese The Telegraph pubblica un’intervista nel quale sir Richard Dearlove, capo del Secret Intelligence Service inglese (più noto come MI6) dal 1999 al 2004 afferma di “credere che la pandemia di Coronavirus sia iniziata per via di un incidente quando il virus è sfuggito da un laboratorio in Cina” 1 e si domanda se, casomai la Cina dovesse ammettere una responsabilità, accetterebbe anche di risarcire i danni.

Veridicità o meno delle tesi affermate, questo articolo merita di essere inserito in un manuale di guerra dell’informazione perchè contiene tutti i classici elementi di una PsyOps, tanto sottilmente impiegati, quanto complessivamente in grado di produrre l’effetto (dis)informativo desiderato. Continue reading “Covid-19. Dalla Gran Bretagna un’altra “prova tecnica” di guerra dell’informazione?”

  1. He believes the coronavirus pandemic “started as an accident” when the virus escaped from a laboratory in China

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Le proteste in Minnesota segnano la fine di Immuni?

Il contact tracing online cambia mestiere: da mezzo di contrasto al contagio, a strumento di ordine pubblico. Possiamo permettercelo? L’analisi di Andrea Monti, professore incaricato di diritto dell’ordine e della sicurezza pubblica all’Università di Chieti-Pescara – Originariamente pubblicato d Formiche.net

Una serie di tweet della rete americana NBC News rilancia la notizia secondo la quale le autorità del Minnesota useranno i dati dei software di contact-tracing per il contrasto al coronavirus nell’ambito delle operazioni di ordine e sicurezza pubblica rese necessarie a seguito delle proteste antirazziste scoppiate per la morte di George Floyd causata da un operante della polizia.

Questo annuncio riaccende le polemiche sui rischi di abusi da parte dello Stato, se gli si lascia la possibilità di avere a disposizione grandi quantità di dati di ogni genere sui cittadini e, in Italia, rinforza la posizione di chi ha applaudito l’incredibile complicazione tecnologica che “per proteggere la privacy” ha ritardato e castrato lo sviluppo di Immuni, l’“app”osito software che dovrebbe avvisarci se siamo entrati in contatto con qualcuno risultato positivo al Covid-19. Continue reading “Le proteste in Minnesota segnano la fine di Immuni?”

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