Il cambiamento climatico e i danni della complessità

Un post sulla scarsa qualità dell’informazione sulla questione climate change e sul fanatismo disinformato degli ennesimi “salvatori del mondo” mi ha suggerito una riflessione ulteriore sulla impossibilità di praticare il messaggio di Luigi Einaudi: “conoscere per deliberare.”

Il cambiamento climatico è un argomento estremamente complesso e per dire di capirci qualcosa non basta qualche slogan ripetuto fino allo sfinimento o un bailamme di striscioni, cori e minacce. Breve: quanti, fra i “protestanti” e i politici daltonici che vedono tutto in #228B22 sanno veramente di cosa stanno parlando? Continue reading “Il cambiamento climatico e i danni della complessità”

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L’informazione poco professionale sul cambiamento climatico

La puntata del 28 settembre di Otto e mezzo, la trasmissione di approfondimentto trasmessa da LA7 e dedicata al tema del momento, la “crisi ambientale”, è l’archetipo di ciò che accade quando un tema è troppo complesso per essere compreso dai “comuni mortali” e di come le convizioni individuali e gli interessi personali – ma anche quelli  politici – rendano sostanzialmente impossibile assumere una decisione ragionata.

Non ci sono elmenti per sostenere che il fenomeno Thumberg sia stato costruito a tavolino da questo o quel gruppo di poteri occulti che popolano gli incubi di paranoici e complottisti. O che, al contrario, i “poteri forti” si siano coalizzati per impedire che le masse “in missione per conto di Dio” possano salvare il pianeta. Continue reading “L’informazione poco professionale sul cambiamento climatico”

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La Corte di giustizia europea, il GDPR e la giurisdizione

Con la sentenza relativa al caso C-507/17, la Corte di giustizia europea ha rilevato che

… dalla normativa non emerge che il legislatore dell’Unione abbia proceduto a tale bilanciamento per quanto riguarda la portata di una deindicizzazione al di fuori dell’Unione, né che abbia scelto di attribuire ai diritti dei singoli una portata che vada oltre il territorio degli Stati membri.

Non risulta neppure che esso abbia inteso imporre a un operatore, come Google, un obbligo di deindicizzazione riguardante anche le versioni nazionali del suo motore di ricerca che non corrispondono agli Stati membri. Il diritto dell’Unione non prevede, per giunta, strumenti e meccanismi di cooperazione per quanto riguarda la portata di unadeindicizzazione al di fuori dell’Unione.

La Corte conclude quindi che, allo stato attuale, non sussiste, per il gestore di un motore di ricerca che accoglie una richiesta di deindicizzazione presentata dall’interessato, eventualmente a seguito di un’ingiunzione di un’autorità di controllo o di un’autorità giudiziaria di uno Stato membro, un obbligo, derivante dal diritto dell’Unione, di effettuare tale deindicizzazione su tutte le versioni del suo motore.

La Corte, dunque, riafferma la prevalenza dell’istituto della giurisdizione come limite geografico all’esercizio della potestà statuale e – correttamente – fa riferimento ai confini degli Stati membri e non dell’Unione Europea in quanto tale. Continue reading “La Corte di giustizia europea, il GDPR e la giurisdizione”

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La Corte di giustizia UE altera il principio di responsabilità individuale

Con una discutibile decisione, relativa alla causa C-136/17, il cui merito atteneva alle funzioni di de-listing di contenuti dai motori di ricerca, la Corte di giustizia europea dichiara che

il gestore di tale motore di ricerca in quanto soggetto che determina le finalità e gli strumenti di detta attività deve garantire, nell’ambito delle sue responsabilità, delle sue competenze e delle sue possibilità, che detta attività soddisfi le prescrizioni del diritto dell’Unione, affinché le garanzie previste da quest’ultimopossano spiegare pienamente i loro effetti e possa essere realizzata una tutela efficace e completa delle persone interessate, in particolare del loro diritto al rispetto della loro vita privata.

ma non ha speso una sola parola sul ruolo e sui i doveri di chi originariamente ha pubblicato l’informazione. Continue reading “La Corte di giustizia UE altera il principio di responsabilità individuale”

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Corte di giustizia UE Sentenza 24 settembre 2019

Rinvio pregiudiziale – Dati personali – Protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento di tali dati che compaiono in pagine web – Direttiva 95/46/CE – Regolamento (UE) 2016/679 – Motori di ricerca su Internet – Trattamento dei dati contenuti nei siti web – Categorie di dati specifiche di cui all’articolo 8 di tale direttiva e agli articoli 9 e 10 di tale regolamento – Applicabilità dei suddetti articoli al gestore di un motore di ricerca – Portata degli obblighi di tale gestore alla luce dei suddetti articoli – Pubblicazione dei dati in siti web a soli fini di giornalismo o di espressione artistica o letteraria – Incidenza sul trattamento di una domanda di deindicizzazione – Articoli 7, 8 e 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea»

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Corte di giustizia UE Sentenza 24 settembre 2019

Google LLC, succeduta alla Google Inc.,

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Rousseau e Peisinóe*, ovvero: il canto mortale della democrazia diretta

Se, come scrive Il Fatto Quotidiano, “Rousseau” consente veramente l’esercizio della democrazia diretta è uno strumentto pericoloso e anticostituzionale.

Se consente la manipolazione del voto tramite la formulazione delle domande poste in forma “chiusa”, “suggestiva” o tramite l’arsenale retorico ben noto da secoli per “ipnotizzare” l’uditorio, è peggio ancora.

Se viene usato “a corrente alternata” in funzione dell’opportunità politica del momento, diventa uno strumento finto. Continue reading “Rousseau e Peisinóe*, ovvero: il canto mortale della democrazia diretta”

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Cass. II Sez. penale – Sent. 42315/19

Focalizzare il ricordo di un volto tramite una foto disponibile su un social netowrk è attività non soggetta alle procedure di cui agli artt. 213 e 214 C.p.p. Continue reading “Cass. II Sez. penale – Sent. 42315/19”

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231, prevenzione e dissuasione, controlli IT e GDPR

In un post sul rapporto fra organismo di vigilanza 231 e GDPR ho accennato al modo di intendere il concetto di “prevenzione” dei reati presupposto, evidenziando come sia più opportuno parlare di “dissuasione”. La differenza è sottile ma importante perchè definisce gli obiettivi da raggiungere nelle scelte organizzative e in particolare di quelle in ambito IT. Continue reading “231, prevenzione e dissuasione, controlli IT e GDPR”

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OdV231 e trattamento dei dati personali

Giusto per partire dalla notte dei tempi, vediamo prima di tutto cos’è e come funziona un modello organizzativo 231.

Il d.lgs. 231/01 in poche parole

Il d.lgs. 231/01 stabilisce che per non essere imputata per reati di vario tipo (cosiddetti “reati-presupposto”), un’ente debba dotarsi di un modello organizzativo che, se è fatto e applicato bene, consente di dimostrare che l’illecito commesso dal dipendente apicale “soddisfaceva” l’interesse privato di quest’ultimo e non quello dell’azienda.

A questo proposito si parla comunemente di “prevenzione” (anche perchè questo dice il testo normativo) quando nei fatti sarebbe più opportuno parlare di “dissuasione”. Dal punto di vista dell’ente infatti, ciò che interessa è non subire le conseguenze del fatto reato del dipendente, e dunque l’obiettivo di un modello organizzativo dovrebbe essere quello di fare in modo che se qualcuno vuole fare qualcosa di male, ciò accada al di fuori del perimentro (anche metaforico) di controllo dell’ente stesso. Continue reading “OdV231 e trattamento dei dati personali”

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Protecting Personal Information. Una recensione su ZD – Zeitschrift für Datenschutz

Questa è la traduzione italiana della  recensione di Protecting Personal Information pubblicata dalla rivista giuridica tedesca ZD – Zeitschrift für Datenschutz

Andrea Monti/Raymond Wacks, Protecting Personal Information, Oxford (Hart Publishing) 2019, ISBN 978-1-5099-2485-1, € 60,88

Chiunque voglia trattare i concetti di “protezione dei dati” e “privacy” su entrambe le sponde dell’Atlantico sulla base delle fonti dovrebbe leggere l’astuta analisi di Andrea Monti e Raymond Wacks. Monti è professore a contratto presso l’Università di Chieti/Italia e avvocato italiano, Wacks è professore emerito presso l’Università di Hong Kong – un insolito team di autori. Entrambi sono professionisti affermati in questo campo e si occupano dell’argomento da molti anni. Continue reading “Protecting Personal Information. Una recensione su ZD – Zeitschrift für Datenschutz”

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