Il sistematico disprezzo dei diritti degli utenti 

Interlex n.ro 265

Quando decisi di inviare questa lettera all’Antitrust non mi aspettavo certo che sortisse qualche effetto. Ma fui sinceramente sorpreso dalla scarsa attenzione per il problema. Ritenuto, nella migliore delle ipotesi, una tecnicalità radical-chic e, nella peggiore, un “concorso esterno” con la “pericolosissima gang” dei duplicatori abusivi.

Oggi, a distanza di qualche tempo, quei timori si sono avverati. I barbari sono oramai alle porte. Come dimostrano, tanto per citare qualche caso, il voto favorevole del Parlamento Europeo alla proposta di brevettabilità del software, il sistematico disprezzo per i diritti degli utenti (penso alla questione dei CD audio “a riproducibilità limitata”), la mercificazione totale e assoluta del diritto d’autore (con l’inqualificabile “bollino SIAE” imposto anche a non musicisti e a non iscritti alla Società – vedi Bollino SIAE. Un regolamento “fatto su misura” ).

Tutto ruota attorno a una malintesa concezione della proprietà intellettuale che viene sempre più trasformata in uno strumento di freno dell’arte e dello spirito creativo, a favore di gabbie (nemmeno tanto) dorate che promettono il Nirvana a chi “vende l’anima”. Eppure continuo a pensare che sia possibile una ecologia della proprietà intellettuale, fondata sul bilanciamento fra i comprensibili interessi di crea e i diritti (spesso costituzionalmente tutelati) di chi quella creazione fruisce.

Il progetto della Free Software Foundation o i Creative Commons di Lawrence Lessig sono due esempi di quello che intendo dire: rispetto della legge, ma anche, soprattutto, rispetto dei diritti. Certo, è triste notare che proprio dal paese, gli USA, dal quale arrivano le più bieche repressioni in favore della proprietà intellettuale arrivano anche gli anticorpi. Dalle nostre parti, invece, l’organismo non reagisce più.

Come muoversi per liberare i DVD
(Da Punto informatico del 09.01.02)

Perché è illegale la distribuzione di DVD protetti geograficamente? Ecco come si danneggiano i consumatori, le libertà e persino l’open source. Una raccomandata per l’Antitrust. Pronta da spedire.

All’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato
Via Liguria 26 – 00187 Roma
Raccomandata ar anticipata via fax al n. 06/48162256

Pratiche distorsive della concorrenza nel mercato dei DVD e pregiudizio per i diritti dei consumatori

Vi segnaliamo che l’attuale commercializzazione di DVD avviene – in Italia ma anche nel resto del mondo – con modalità distorsive della libera concorrenza. Pregiudicando sia i diritti delle imprese che operano nel settore della commercializzazione dei suddetti supporti (che non possono reperire film più recenti o a prezzi più vantaggiosi), sia i diritti dei consumatori (che sono totalmente esclusi dalla fruizione dei prodotti di un certo mercato, subiscono l’aggravio di maggiori prezzi e non sono liberi di effettuare copie di riserva di quanto da loro legittimamente acquistato, ex art. 64 ter L.633/41).
In conseguenza chiediamo di adottare tutti i provvedimenti per eliminare queste distorsioni commerciali e ripristinare i diritti dei consumatori.

Introduzione
I DVD sono dei supporti di memorizzazione ad alta capacità e per questa loro caratteristica sono utilizzati dall’industria del settore audiovisivo per la veicolazione di film, musica, concerti e quant’altro.
Per essere utilizzati i DVD richiedono l’impiego di un apposito apparato (analogo ad un videoregistratore) che ne riproduce i contenuti su un normale televisore o su un personal computer.
Tutti i produttori di apparati (Hitachi, Panasonic, Philips, Pioneer, Samsung, Sony, tanto per citarne alcuni) e di film (Warner Bros, Universal, Sony ecc.) impiegano un sistema che – per pure ragioni commerciali – fa sì che un DVD legittimamente acquistato negli USA e nel Canada sia riproducibile solo ed esclusivamente da un lettore acquistato negli stessi paesi e non altrove.
Più nel dettaglio, il mondo è stato diviso in sei zone geografiche (1 per USA e Canada, 2 per l’Europa ecc.) realizzando i supporti e i lettori in modo da creare incompatibilità fra lettori e supporti acquistati in zone diverse.
Recentemente, per contrastare la diffusione di lettori DVD “universali” in grado di leggere supporti codificati in una qualsiasi delle sei zone, alcune imprese come Warner Bros, New Line e Columbia hanno già adottato degli ulteriori sistemi basati sulla tecnologia RCE (Region Control Enhancement) che impediscono l’impiego dei DVD Regione 1 su questi lettori (fonte: DVD Talk v.07/01/2002)

Perchè questo stato di fatto danneggia i consumatori

Necessità di acquistare più lettori DVD per utilizzare prodotti acquistati in altre “zone”
Questa strategia commerciale è un grave pregiudizio per i consumatori che sono costretti a comprare un lettore per ogni zona (posto poi di avere il televisore compatibile) o a modificare il proprio lettore, spendendo somme spesso consistenti, perdendo ogni garanzia sul prodotto e, in certi casi, violando anche involontariamente norme di legge.

Impossibilità di fruire del diritto alla copia di riserva di cui all’art. 64 ter L.633/41
I sistemi di codifica regionale e altri “presidi tecnologici” utilizzati dai produttori di lettori e DVD impediscono all’utente che ha legittimamente acquistato un’opera dell’ingegno di effettuare la cosiddetta copia di riserva così come garantito dall’art.64 ter l.633/41 e dalle sentenze n.1769/97 del 09/10/1997 Pretura di Pescara e n.1158/01 del 05/10/2001 Corte d’appello de L’Aquila (che hanno esteso analogicamente il vigore della norma dal software alle opere audiovisive).
Acquistando un film su DVD, infatti, non si diventa “proprietari” dell’opera ma – come ben evidenziato dalle schermate introduttive presenti su ogni supporto – si diventa titolari di un limitato “diritto d’uso”. È evidente, quindi, che l’eventuale deperimento del supporto originale non fa venire meno il diritto a fruire dell’opera legittimamente acquistata.
Tuttavia, la presenza dei dispositivi di protezione inseriti dai produttori sia sui supporti sia sui lettori rendono impossibile l’esercizio del diritto in questione.

Impossibilità di accedere a condizioni di acquisto più vantaggiose
Nell’economia globale, è inaccettabile che un consumatore non possa scegliere il miglior prezzo per lo stesso prodotto. Con ciò attribuendo ingiustificati vantaggi commerciali ad alcuni operatori e a scapito degli altri.

Esclusione dall’accesso a contenuti importanti ma non economicamnte “utili” da esportare.
Ma il rischio più grave è per la diffusione della cultura. Il DVD è uno strumento utilissimo per veicolare espressioni artistiche della più varia natura. Impedire – per mere questioni di interesse commerciale – di poter vedere un film o una rappresentazione teatrale realizzati in America, che mai sarebbero “tradotte” nella zona europea (o viceversa), significa tagliare fuori le persone da importanti esperienze di arricchimento culturale.

Discriminazione nella diffusione di software Open Source
La DVD Copy Control Association (DCCA) – titolare dei diritti sulla tecnologia di protezione CSS (Content Scrambling System) – ha licenziato questa tecnologia anche ai produttori di software in ambiente Windows e Macintosh. Lo sviluppo indipendente e legittimo di software analoghi in ambiente Linux e Open Source, privi di questo sistema (non obbligatorio per legge, ma per mero contratto) ha scatenato una violenta reazione giudiziaria da parte della DCCA volta ad impedire che programmatori indipendenti realizzassero autonomamente questi programmi

Pericolo per la libertà di espressione e per i diritti civili
In particolare, l’azione della DCCA è diretta anche contro chi pubblica in rete i sorgenti dei suddetti software o li rende raggiungibili tramite un collegamento ipertestuale (link). Con ciò minacciando gravemente la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero, oltre che la libertà di ricerca scientifica.
Questa situazione era già stata peraltro denunciata lo scorso anno in Italia da ALCEI, insieme ad altre 19 associazioni internazionali, senza che le pubbliche autorità prendessero in considerazione la cosa.

Conclusioni
In conseguenza di quanto sopra, ci rivolgiamo a questa Autorità garante perché voglia indurre sia i produttori di lettori DVD, sia quelli di opere audiovisive e quelli di software a distribuire sul mercato italiano solo prodotti che non recano danno ai diritti degli utenti e delle imprese.

Grazie per l’attenzione.

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