Chrome e Safari: un ballot screen anche su Ipad?

di Andrea Monti – PC Professionale n.256
L’annuncio dell’arrivo di Chrome per Ipad si riapre la “Guerra dei browser”. Apple subirà la stessa sorte di Microsoft?

Che Google abbia deciso di “portare” Chrome su piattaforma IOS è un fatto, si tratta solo di capire quando questo accadrà ma soprattutto, come, e con quali conseguenze per Apple. Benché, infatti, almeno formalmente Apple non possa rifiutare di rendere disponibile un browser alternativo a Safari su piattaforma IOS è evidente che la prospettiva di accogliere in casa un concorrente scomodo come Chrome – per non parlare di Firefox – non le faccia fare salti di gioia.
La situazione è del tutto analoga – come ricorderanno i non più giovanissimi – a quello che accadde con Internet Explorer, che dopo le prime versioni era stato sviluppato in modo così connesso al funzionamento del sistema operativo da non poter essere rimosso, andando a pregiudicare la libertà di scelta degli utenti. La posizione dominante di Microsoft nel mercato dei browser provocò la reazione dell’antitrust che, alla fine convinse la casa di Redmond a inserire il famoso “ballot-screen” per consentire all’utente di sceglier il browser preferito.
In effetti, cambiando i nomi, sembra proprio che la vicenda Apple-Google sia la stessa, compresi i problemi tecnici derivanti dalla stretta integrazione fra Safari e IOS. Il punto, infatti, non è – come non era all’epoca di Microsoft – consentire semplicemente l’utilizzo di un programma diverso da quello “della casa”, ma capire quale impatto provocherebbe il dover consentire al browser “ospite” di poter fare esattamente tutto quello che fa il padrone di casa. E infatti, la principale difesa di Microsoft fu che – semplicemente – non era possibile disancorare Explorer dal sistema operativo. Detto in altri termini, dunque, questo implicherebbe per Apple mettere a disposizione di Google tutta una serie di informazioni riservate – se non addirittura porzioni di codice sorgente – per consentire la piena sostituibilità di Safari con qualsiasi altro software analogo. Dunque, nella “seconda guerra dei browser”, potremmo trovarci di fronte a uno scenario del tutto diverso da quello nel quale è stata combattuta la prima.
E’ altamente improbabile che Apple adotti la stessa strategia di Microsoft – e dunque faccia catenaccio fino all’ultimo momento possibile, per poi arrendersi. Il precedente giuridico è chiaro ed esporrebbe la casa di Cupertino a un verdetto alla Internet Explorer e che per di più potrebbe arrivare in tempi molto più rapidi di quanto accadde nel passato.
Il nodo da sciogliere è, manco a dirlo, economico, ma non solo. Attualmente Google paga ad Apple una certa somma per ogni ricerca veicolata tramite Safari. Se gli utenti potessero usare direttamente Chrome anche all’interno del client di posta elettronica – ad esempio – Apple subirebbe una perdita secca in termini finanziari. E a complicare ulteriormente la situazione c’è anche la “prima guerra delle mappe”, nella quale forse non casualmente Apple ha annunciato di volersi “sganciare” dai servizi di Google che, a sua volta, ha presentato una versione potenziate di GoogleMaps. Ma la cosa peggiore per Apple – quella sulla quale potrebbe crearsi un problema legale e strategico – è l’indebolimento del walled-garden costruito attorno agli utenti di hardware IOS. Scardinare il legame fra sistema operativo e applicazioni “core”, infatti, implicherebbe per Apple, a differenza di quanto accadde alla Microsoft, dover rimettere in discussione il “modo” in cui l’azienda progetta servizi e prodotti. E il danno potrebbe essere dunque molto, molto più consistente di una “semplice” perdita economica nel breve periodo.
Alla luce di questo scenario è ipotizzabile che Apple non vada ad imbarcarsi in una controversia giudiziaria dalla quale avrebbe tutto da perdere, e che dunque pensi a una strategia alternativa come negoziare preventivamente con Google la spartizione della torta, limitando – se non evitando – la messa a disposizione di informazioni proprietarie su IOS. Ma cosa accadrebbe quando Firefox e gli altri dovessero bussare alla porta di IOS?

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