“Cassandra”

È proprio vero che possiamo stare tranquilli?
Piccolo catalogo di chi non ha voglia di lasciarci in pace

di Giancarlo Livraghi

C’è una diffusa percezione, fra chi usa le reti telematiche, che tutto sommato non ci siano motivi di preoccupazione. La rete è libera, anarchica, caotica, complessa, nessuno riuscirà a dominarla o a restringerne la libertà.

Le iniziative di censura basate sulla “pornografia” o sulla “pedofilia” sono talmente ridicole che moriranno da sole. I vari dispositivi di “filtro” non funzioneranno mai, e comunque possiamo vivere benissimo anche se ci tolgono l’accesso a qualche sito di “sesso spinto”.

Il decency act americano è già stato dichiarato incostituzionale, il resto del mondo dovrà trarne le debite conseguenze.

Ci sono ancora casi di abusi e sequestri, ma sono meno frequenti; non ci sono più state “ondate” come il crackdown americano del 1990 o quello italiano del 1994.

Le varie ipotesi di norme o leggi repressive, di appesantimenti burocratici, di strangolamento amministrativo della telematica indipendente, finora non si sono trasformate in realtà; o meglio, leggi potenzialmente pericolose ci sono, ma nessuno le ha applicate, finora, in modo distruttivo.

Gli scandali sugli hacker si risolvono in bolle di sapone.

Il monopolio Telecom, presto o tardi, finirà. La Microsoft non riuscirà a impadronirsi della rete; e anche se ci riuscisse non potrebbe toglierci la libertà.

Insomma: tutto va bene, madama la Marchesa?

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