Tassonomia del convegno, ovvero: della distillazione della conoscenza

Un ricercatore ha un’idea. Ne parla con dei colleghi, cominciano a riflettere insieme e la presentano in un evento “cantinaro”.

Un giornalista legge dell’idea. Ci capisce poco e niente, ma ne scrive perchè lui e’ “quello che si occupa di innovazione” e intervista l'”esperto”.

L'”esperto”, che da trent’anni risponde sempre allo stesso modo a qualsiasi domanda, gli spiega che ci sono anche “problemi giuridici”.

Un giurista legge l’articolo del giornalista e la dichiarazione dell'”esperto”, ci capisce ancora meno, ma decide che lui “ne sa” e organizza il convegno “aspetti giuridici di XXX”.

Un politico viene invitato al convegno. Fino a un minuto prima si occupava di altro, ma capisce che la cosa puo’ portare voti. Decide di cavalcare il tema e invita il giurista, l’esperto e il giornalista (ma non il ricercatore che ha avuto l’idea) a far parte del “comitato di indirizzo per XXX” – che non vale niente, ma fa “immagine” – e presenta una proposta di legge.

Intanto, il ricercatore si accorge che la sua idea aveva qualche difetto. Cerca di contattare il giornalista, l’esperto, il giurista e il politico, ma nessuno gli risponde. Mica possono ammettere di non avere capito un…acca.

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