Boxe e Miliardi. La mala informazione de Il Fatto Quotidiano

Benarrivati alla nuova puntata de “I professionisti dell’informazione”.

Questa volta ci occupiamo di un articolo pubblicato nella rubrica “Sport e miliardi” de Il Fatto Quotidiano che parla del dramma di una pugile (non “pugilessa”, per l’amore del Dio dell’Italiano!) finita in ospedale, dove le hanno diagnosticato un ematoma subdurale, a seguito dei colpi subiti durante un incontro .

Di “sport e miliardi” però, con buona pace dell’anonimo giornalista autore del pezzo, in questa vicenda non c’è la minima traccia perché l’incontro in questione era fra dilettanti che non percepiscono “borse” e sono ignorati dai media radiotelevisi (quelli che, appunto, giustificano e sostengono i famosi “miliardi” del nome della rubrica).

Perché, con tutte le bufale che ci sono in giro, ho scelto di occuparmi di questo articolo che verrà dimenticato nel giro di pochissimo? Perché, come amano dire gli anglosassoni, the devil is in the detail – il diavolo è nei dettagli. Confondere il mondo del dilettantismo con quello dei professionisti è un errore grossolano che rivela poca compentenza – o scarsa attenzione – in chi ha scritto il pezzo e in chi ne ha autorizzato la pubblicazione.

Questa superficialità nel trattare notizie oggettivamente “minori”  incrina l’immagine di un giornalismo professionale che – come ipocritamente sostengono i professionisti dell’informazione – si vorrebbe ineccepibile dal titolo in prima pagina a nove colonne all’ultimo dei necrologi. La realtà dimostra che non è così e che la retorica del “professionista dell’informazione” è, appunto, soltanto retorica.

Ci sono notizie che vanno curate alla perfezione (tipicamente, quelle che possono provocare cause milionarie per diffamazione, o milioni di lettori, e dunque di introiti pubblicitari). E poi ci sono notizie da quattro soldi, messe lì per occupare spazio e da trattare alla “bellemeglio”, come la frettolosa mano di vernice passata sul muro della soffitta. Anche quando, come in questo caso, riguardano il dramma umano di un’atleta che sta pagando un tributo troppo alto alla passione per lo sport.

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