Trib. Roma Sez. IX civile – Ord. 30 gennaio 2004

Il Giudice istruttore, dr. Nicoletta Orlanti, nella causa iscritta al n.67795/2003 R.G.C., vertente tra

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Trib. Savona – Sent. n. 844/04

l’indagine effettuata presso la ditta in questione appare assolutamente lacunosa non essendo stata effettuata né la duplicazione delle memorie dei computer, né un sequestro degli stessi; né fotocopie delle licenze esibite. Uniche prove sono pertanto costituite dalla relazione tecnica del pm composta da due sole laconiche righe: non essendo stata presentata alcuna documentazione comprovante il regolare possesso del software rinvenuto durante l’ispezione e indicato come “sprovvisto di licenza d’uso” si conferma quanto precedentemente indicato nel verbale di ispezione”; nonché dal verbale di ispezione stesso … Ora avendo la difesa in data odierna prodotto 5 fatture di acquisto di quel software risalenti come data di acquisto a periodo precedente alla ispezione, è possibile ritenere, e comunque nulla dimostra il contrario, che dette fatture non siano state rinvenute al momento della ispezione ma solo successivamente per un disguido. In presenza di queste incertezze gli imputati vanno assoluti con la formula piena non essendovi la prova circa l’elemento né oggettivo né soggettivo dei reati contestati.”.

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Handbook of Legislative Procedures of Computer and Network Misusein EU Countries

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Original texton the EU Commission website.

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Dati del traffico: chi-conserva-cosa?

Interlex m.276 – di Andrea Monti

Il decreto-legge 354/03 contiene significative modifiche al DLgs 196/03 “Codice in materia di trattamento di dati personali”, del quale viene integralmente riscritto l’art. 132 (conservazione dei dati di traffico per altre finalità).

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Internet e minori: passano filtri e controlli

PC Professionale n. 154

Internet e minori: passano filtri e controlli
di Andrea Monti

Il 19 novembre 2003 è stato approvato il codice di autoregolamentazione Internet@minori, , predisposto da alcuni gruppi di lavoro della Commissione RadioTV presso il ministero delle Comunicazioni e firmato, oltre che dai ministri Gasparri e Stanca, dai più rilevanti Internet provider e associazioni di categoria. L’obiettivo dell’iniziativa è offrire una maggiore tutela al minore che accede ai servizi on line.

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Trib. del riesame Bolzano – Ord. 31 dicembre 2003

Il Tribunale di Bolzano, riunito in camera di consiglio, composto dai Magistrati :

Dott. Edoardo Mori – Presidente
Dott. Claudio Gottardi – Giudice
Dott. Tullio Joppi – Giudice

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DL 354/03

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

Vista la VI disposizione transitoria della Costituzione; Ritenuta la straordinaria necessita’ ed urgenza di riorganizzare la giurisdizione dei tribunali regionali e del Tribunale superiore delle acque pubbliche all’esito delle declaratorie di illegittimita’ costituzionale di cui alle sentenze della Corte costituzionale numeri 305 e 353 del 2002, in attesa della complessiva riforma della disciplina concernente il governo delle acque pubbliche e degli impianti elettrici, che attualmente risale al testo unico approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775;

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Appellate Cour Borgarting (NO) – Dec. LB-2003-00731

Instance:          Borgarting Appellate Court

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Min. innovazione Dir. 19 dicembre 2003

IL MINISTRO PER L’INNOVAZIONE E LE TECNOLOGIE
Visto il regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440, recante «Nuove
disposizioni sull’amministrazione del patrimonio e sulla contabilita’
generale dello Stato»;
Visto il regio decreto 23 maggio 1924, n. 827, recante «Regolamento
per l’amministrazione del patrimonio e per la contabilita’ generale
dello Stato»;
Visto il decreto legislativo 24 luglio 1992, n. 358, recante «Testo
unico delle disposizioni in materia di appalti pubblici di forniture,
in attuazione delle direttive 77/62/CEE, 80/767/CEE e 88/295/CEE», e
successive modificazioni (con particolare riguardo al decreto
legislativo 20 ottobre 1998, n. 402, in attuazione delle direttive
93/36/CEE e 97/52/CE);
Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, recante «Nuove norme in
materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai
documenti amministrativi»;
Visto l’art. 12 del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39,
recante «Norme in materia di sistemi informativi automatizzati delle
amministrazioni pubbliche, a norma dell’art. 2, comma 1, lettera mm),
della legge 23 ottobre 1992, n. 421»;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 agosto
1997, n. 452, recante «Regolamento recante approvazione del
capitolato di cui all’art. 12, comma 1, del decreto legislativo
12 febbraio 1993, n. 39, relativo alla locazione e all’acquisto di
apparecchiature informatiche, nonche’ alla licenza d’uso dei
programmi»;
Visto l’art. 6 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, recante
«Interventi correttivi di finanza pubblica», come modificato
dall’art. 44 della legge 23 dicembre 1994, n. 724;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n.
573, recante «Norme per la semplificazione dei procedimenti di
aggiudicazione di pubbliche forniture di valore inferiore alla soglia
di rilievo comunitario»;
Visto il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 157, recante
«Attuazione della direttiva 92/50/CEE in materia di appalti pubblici
di servizi», e successive modificazioni (con particolare riguardo al
decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 65, in attuazione delle
direttive 97/52/CE e 98/4/CE);
Visto il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 158, recante
«Attuazione delle direttive 90/531/CEE e 93/38/CEE relative alle
procedure di appalti nei settori esclusi», e successive modificazioni
(con particolare riguardo al decreto legislativo 25 novembre 1999, n.
525, in attuazione delle direttive 94/22/CE e 98/4/CE);
Visto l’art. 20, comma 8, allegato 1, punto 12 della legge 15 marzo
1997, n. 59, recante «Delega al Governo per il conferimento di
funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della
pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa»;
Visto l’art. 24 della legge 24 novembre 2000, n. 340, recante
«Disposizioni per la delegificazione di norme e per la
semplificazione di procedimenti amministrativi – legge di
semplificazione 1999»;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000,
n. 445, di approvazione del «Testo unico delle disposizioni
legislative e regolamentari in materia di documentazione
amministrativa (Testo A)»;
Vista la legge 27 dicembre 2002, n. 289, (legge finanziaria 2003),
ed in particolare l’art. 26, comma 2, lettera a);
Visto il decreto del Presidente della Repubblica in data 10 giugno
2001, di nomina del Ministro senza portafoglio per l’innovazione e le
tecnologie;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
9 agosto 2001, concernente delega di funzioni del Presidente del
Consiglio dei Ministri al Ministro senza portafoglio per
l’innovazione e le tecnologie;
Visti i significativi sviluppi delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione ed in particolare il processo di produzione,
distribuzione ed evoluzione di programmi informatici che si basa
sulla disponibilita’ del codice sorgente aperto;
Considerati gli esiti dell’indagine conoscitiva sui programmi
informatici a codice sorgente aperto svolta dalla Commissione
appositamente istituita e composta da numerosi e qualificati esperti
delle pubbliche amministrazioni, del mondo accademico e del settore
delle imprese;
Ritenuto di dover fornire un indirizzo univoco relativo alle scelte
delle soluzioni per la predisposizione e per l’acquisizione dei
programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni;

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Il nuovo codice dei dati personali. Quali saranno gli impatti sul mondo IT.

di Andrea Monti – PC Professionale n. 153

I sistemi informativi e i programmi dovranno ridurre al minimo l’utilizzo di dati personali. Obbligatorie le procedure di autenticazione delle risorse che accedono alle informazioni
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Data Retention and the Panoptic Society: The Social Benefits of Forgetfulness

The Information Society 18(1):33-45 (January/February 2002) – di J.F. Blanchette – D. Johnson

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Cass. Sez. Lavoro Sent. 02912/04

R.G.N. 6060/2003

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

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Agenzia entrate Roma Ris. n. 209/03

Testo: La societa’ XY S.p.A., nel formulare il quesito oggetto dell’istanza di interpello in esame, ha rappresentato quanto segue. La societa’ istante, al fine di promuovere il servizio Adsl…….. ha stipulato un contratto di collaborazione commerciale con la societa’ K S.p.A. la quale svolge attivita’ di marketing e promozione generale per K. In base a tale contratto il servizio Adsl………. viene promosso all’interno della campagna denominata …………… La K S.p.A. riconosce 1000 punti dell’operazione a premi …………ad ogni socio K che acquisti on line il servizio Adsl……….. collegandosi al sito K e seguendo la procedura indicata nel sito informatico.

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Cass. Sez. III penale Sent. n. 1778/03

ANNO/NUMERO 200303983 SEZ. 3
SENT. 18/11/2003 DEP. 03/02/2004
PRES. Zumbo A

Camera di Consiglio 18/11/2003
SENTENZA N. 1778
REGISTRO GENERALE N. 030920/2003

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La Pubblica Amministrazione italiana diventa licenziataria di Microsoft

di Andrea Monti – PC Professionale n. 152

Fa discutere l’accordo concluso tra Microsoft Italia e la Pubblica Amministrazione italiana per dare accesso ai sorgenti dei prodotti Microsoft.
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Corte dei conti – Sezione giurisdizionale Piemonte Sent. n.1856/03

Mancata osservanza delle procedure di sicurezza nell’uso del personal computer – Responsabilità erariale del dipendente per i danni derivanti dalla negligenza – Sussiste
Utilizzo a scopo personale del collegamento all’internet dell’ente – Responsabilità del dipendente – Sussiste

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Cass. Sez. IV penale Sent. n. 3449/04

ANNO/NUMERO 200403449 SEZ. 4

SENT. 13/11/2003 DEP. 29/01/2004

PRES. Durso G

Camera di Consiglio 13/11/2003

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EU Court of justice Dec. C-101-01

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Cour de justice des Communautés Europeennes – Arret C-101-01

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Corte di giustizia UE – Sent. C-101-01

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EU Court of justice Dec. C-243 – 01

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Cour de justice des Communautés Europeennes – Arret C-243-01

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Corte di giustizia UE – Sent. C-243-01

Testo originale”

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Brevettabilità del software. Le modifiche alla proposta di direttiva non cambiano in termini del problema

Linux&Co n. 35 – di Andrea Monti

L’approvazione del testo emendato[1] della proposta di direttiva sulla brevettabilità del software risalente allo scorso 24 settembre è stata possibile grazie a curiose trasversalità politiche[2] e ha suscitato reazioni abbastanza diverse. C’è chi – come Pietro Folena (appartenente, in Europa, al PSE, lo stesso raggruppamento politico della proponente McCarthy) – parla di “un risultato importante” e chi – Fiorello Cortiana – non si abbandona a facili entusiasmi promettendo di non abbassare la guardia.

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Sco vs IBM: Linux è fuori legge?

Linux&C n. 34 – di Andrea Monti

L’azione legale intentata da SCO Group (o, più correttamente, da Caldera che ha acquistato il glorioso marchio SCO) contro IBM lascia veramente molto perplessi. E sembra tanto un mezzo per risolvere tramite la via giudiziaria le difficoltà commerciali nelle quali versano, in generale, gli UNIX proprietari.

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Decreto legislativo 196/03: il senso delle parole

Interlex n. 270 – di Andrea Monti

La struttura definitoria del DLgv 196/03, chiaramente ispirata a una tecnica normativa di stampo anglosassone o comunque nordeuropeo, è particolarmente dettagliata nell’indicare i significati da attribuire, nel particolare contesto normativo, a termini di estrazione “altra”. Scelta e intento sono, di per sé, certamente condivisibili dato che, così facendo, viene ridotto al minimo il “rumore interpretativo” che tanto affligge le nostre leggi; così semplificando la vita allo studioso e al pratico del diritto. Ma questa condivisibile aspirazione non trova coerente riscontro nell’attualizzazione pratica del testo normativo.

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Decreto legislativo 196/03: l’internet non è una rete

Interlex n. 269 – di Andrea Monti

L’applicazione del DLgv  196/03, già resa complessa dalla mole del testo normativo, potrebbe incontrare ulteriori problemi concreti per via dello scarso rigore definitorio adottato dal legislatore.
Un esempio è l’art. 4 c.2 lett. c) che definisce “reti di comunicazione elettronica” i sistemi di trasmissione, le apparecchiature di commutazione o di instradamento e altre risorse che consentono di trasmettere segnali via cavo, via radio, a mezzo di fibre ottiche o con altri mezzi elettromagnetici, incluse le reti satellitari, le reti terrestri mobili e fisse a commutazione di circuito e a commutazione di pacchetto, compresa Internet, le reti utilizzate per la diffusione circolare dei programmi sonori e televisivi, i sistemi per il trasporto della corrente elettrica, nella misura in cui sono utilizzati per trasmettere i segnali, le reti televisive via cavo, indipendentemente dal tipo di informazione trasportato.
La definizione è particolarmente ampia tanto da ricomprendere elementi tecnicamente attestati su livelli diversi e che sembra difficile poter equiparare in termini normativi. Così vengono messi sullo stesso piano gli apparati di trasmissione, le apparecchiature di commutazione o instradamento e le infrastrutture. Queste ultime distinte ancora in “sistemi di trasmissione” e “reti” tout-court. Inoltre, nell’elenco delle reti oggetto di attenzione legislativa viene inclusa – con seria perplessità dell’interprete – anche l’internet (anzi “Internet” con la maiuscola).

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Codici deontologici: se chi ruba i dati può scrivere le regole

Interlex n. 268

di Andrea Monti

l problema dell’invio automatico di informazioni dal computer dell’utente al titolare di un trattamento di dati personali solleva una questione di ordine più generale sull’impianto sanzionatorio del Codice in materia di protezione dei dati personali (DLgv 196/03). Infatti la struttura dell’imputazione dell’illecito è basata sul combinato disposto di tre elementi:
– una serie di articoli (artt. 17, 18, 19, 20, 21, 22, commi 8 e 11, 23, 25, 26, 27, 45, 123, 126, 129, 130) che dettano prescrizioni di varia natura;
– un’affermazione generale di responsabilità sancita nell’art. 167 (trattamento illecito di dati personali) che richiama le norme suindicate;
– la definizione di una rilevante parte della fattispecie affidata ai codici di deontologia predisposti da alcune categorie di titolari.

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Mms, internet e diritti sportivi. Un nuovo fronte per la libertà di espressione

di Andrea Monti – PC Professionale n. 151

Il caso di TIM e ANSA sull’invio dei videogoal in Mms porta in conflitto il diritto di cronaca e di sfruttamento economico on-line dell’immagine, con tre decisioni diverse.
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Tribunal de grande de Nanterre – Jug. n. 03/00051

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Il sistematico disprezzo dei diritti degli utenti 

Interlex n.ro 265

Quando decisi di inviare questa lettera all’Antitrust non mi aspettavo certo che sortisse qualche effetto. Ma fui sinceramente sorpreso dalla scarsa attenzione per il problema. Ritenuto, nella migliore delle ipotesi, una tecnicalità radical-chic e, nella peggiore, un “concorso esterno” con la “pericolosissima gang” dei duplicatori abusivi.

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Cour de justice des Communautés Europeennes – Arret C-292-01

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“SNAKE-OIL SECURITY CLAIMS” THE SYSTEMATIC MISREPRESENTATION OF PRODUCT SECURITY IN THE E-COMMERCE ARENA

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Cour de justice des Communaut̩s Europeennes РArret C-236-01

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EU Court of justice Dec. C-236 – 01

Original text

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Corte di giustizia UE – Sent. C-236-01

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Trib.Milano Sez. Feriale – Ord. 3 settembre 2003 – N. 47507/03 R.G.

TRIBUNALE DI MILANO
SEZ. FERIALE

Riunita la camera di consiglio nella persona dei sigg.
Dott. Carlo CRIVELLI Presidente
Dott. Mariano DEL PRETE Giudice
Dott. Marisa G. NARDO Giudice Rel.
Nel procedimento di reclamo ex art. 669 terdecies c.p.a. promosso da:
M.P. WEB S.r.l. con gli Avv.ti Bruno Capponi, Luciano Daffarra ed Antonio Maria d’Addio;
reclamante

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EUCD. La fiera delle occasioni perdute

Linux & C n. 32 – di Andrea Monti

Da qualche tempo circolano in rete iniziative e petizioni per “fermare” la famigerata EUCD (European Union Copyright Directive). Ennesimo anello della catena normativa destinata a “legare” il diritto d’autore a un’interpretazione unilaterale, miope e lesiva dei diritti fondamentali della persona. Si tratta di iniziative che, per quanto ben animate e meritorie, sono purtroppo tardive e tecnicamente (dal punto di vista giuridico) poco efficaci.

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Drowning in Sewage. SPAM, the curse of the new millennium

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USA vs Jeffrey Parson – Warrant for Arrest – Case n. 03-457M

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Genetica, cellule staminali da ibridi uomo-coniglio

Genetica, cellule staminali da ibridi uomo-coniglio
da Repubblica.it

PECHINO – Si riaccende il dibattito sulle cellule staminali. All’annuncio fatto due giorni fa nel Regno Unito che un gruppo di scienziati è riuscito per la prima volta a coltivare in laboratorio una colonia di cellule estratte da embrioni umani, si aggiunge una notizia proveniente dalla Cina destinata a sconvolgere il mondo della genetica. Una équipe di ricercatori hanno creato un ibrido uomo-coniglio per ricavarne cellule staminali.
I ricercatori cinesi hanno sviluppato embrioni che contengono un misto di Dna sia dell’uomo che del coniglio, secondo uno studio pubblicato su Cell Research, rivista specializzata cinese poco conosciuta in Occidente, commentato sulla rivista scientifica Nature e ripreso dal Washington Post
Le cellule staminali possono trasformarsi in qualsiasi tipo di tessuto. Prelevate dagli embrioni umani nelle prime fasi di vita, hanno il potenziale di diventare qualsiasi parte del corpo, a differenza delle cellule staminali prelevate da persone adulte. Per questo, sono così preziose: se vengono stimolate dai giusti composti chimici, in teoria possono essere trasformate in neuroni del cervello, muscoli del cuore, tessuto osseo oppure cellule del pancreas produttrici di insulina. Molti scienziati, quindi, sono convinti che la ricerca in questo settore è destinata a cambiare radicalmente la medicina, aprendo la strada al trattamento di malattie oggi incurabili come il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla e tante altre.
La nuova ricerca cinese è stata guidata da Huizhen Sheng della Facoltà di Medicina dell’Università di Shanghai. Sono stati realizzati oltre 100 embrioni usando una tecnica che ha fuso cellule epiteliali umane con ovuli di coniglio. Gli embrioni sono stati lasciati crescere in provetta per diversi giorni – fino al cosiddetto stadio di blastocisti (embrione precoce) – prima che i ricercatori li distruggessero per ricavarne cellule staminali.
Il successo sarebbe il primo nel suo genere e lascerebbe presagire che la scelta di usare i conigli potrebbe essere solo una tra le tante possibili. Infatti negli Usa scienziati del Massachusetts avevano tentato in passato di creare embrioni ibridi di uomo e mucca come fonte di cellule staminali, ma non erano riusciti appieno nell’intento.
Negli Usa alcuni ricercatori hanno espresso frustrazione perché nella pubblicazione non sono stati dati sufficienti dettagli sulla tecnica usata. Si sa però che l’equipe cinese ha usato cellule del prepuzio di due bambini di cinque anni e di due uomini e della faccia di una donna di 60 anni e le hanno fuse con ovuli di coniglio della Nuova Zelanda da cui era stato estratto il Dna del nucleo. Delle nuove entità create in laboratorio, circa 400, un centinaio sono sopravvissute fino alla blastocisti.
Completamente diverso ma anch’esso destinato a suscitare polemiche è il caso britannico. Se da una parte il mondo scientifico ha accolto con entusiasmo la notizia (pubblicata dalla rivista Reproductive Biology) della coltivazione di embrioni umani, dall’altra i gruppi che si battono per il diritto alla vita hanno subito condannato il lavoro degli scienziati sottolineando che la ricerca è moralmente inaccettabile.
Una squadra di ricercatori guidata dal dottor Stephen Minger del King’s College di Londra ha prodotto tre popolazioni di cellule staminali da un totale di 58 embrioni umani. Di queste, due non sono riuscite a sopravvivere mentre la terza cresce ormai da molti mesi e attualmente è composta da centinaia di migliaia di cellule.
Le cellule sono state prelevate da embrioni umani di appena cinque giorni di vita scartati da trattamenti di fertilizzazione in vitro nelle cliniche londinesi di Guy e St. Thomas (con il permesso delle dirette interessate). “Siamo molto eccitati – ha commentato il dottor Minger – Il possibile utilizzo terapeutico di queste cellule è quasi infinito e potrebbe aiutare nella lotta contro malattie come il morbo di Parkinson e il diabete”.
L’equipe del King’s College ha ricevuto per prima nel Regno Unito la licenza dall’Autorità per la fecondazione e l’embriologia per coltivare cellule staminali prelevate da embrioni umani. La licenza è stata assegnato nel marzo dell’anno scorso, solo qualche giorno dopo il disco verde della Camera dei Lord britannica a questo tipo di ricerca nel Paese.

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Cass. Sez. II penale n. 32440/03

Presidente Sirena

Relatore Fenu

Pg Galasso

Ricorrente Vodafone Omnitel

Premessa

D.L. è stato tratto a giudizio del Tribunale di Torino per rispondere di detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici e telematici, codici contenuti nelle carte di credito telefoniche della società Omnitel (articolo 615quater Cp) e di frode informatica (articolo 640ter Cp), commessi in due tempi, in data anteriore e prossima al 30 ottobre 1999, in concorso con tale A.M., e in data anteriore e prossima al 12 novembre 1999. La società Vodafone Omnitel spa gìà Omnitel Pronto Italia spa – si costituiva parte civile. Era emerso dall’attività istruttoria che il L. aveva ricevuto da parte di persona a lui sconosciuta offerta di ricaricare il cellulare proprio e di altri dietro il versamento di somma inferiore a quella necessaria per l’acquisto della carta telefonica e, dopo aver acquisito e usato dei numeri di codice che gli erano stati segnalati, aveva fatto analogo favore a un suo collega di lavoro, tale A.M., di poi separatamente giudicato.

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Trib. Roma – Ord. 18 luglio 2003

IL TRIBUNALE
Composto da:
dr. Ernesto Caliento presidente
dr. Oronzo De Masi giudice
dr. Gabriele Muscolo giudice rel.
Sciolta la riserva
RITENUTO

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CTOSE: dalla Commissione Europea arriva uno standard per le indagini online

di Andrea Monti – PC Professionale n. 148

Allo studio una metodologia per la raccolta, conservazione e analisi delle “digital evidence”. Un difficile equilibrio tra tutela della riservatezza e indagini della polizia.
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Trib. Milano Sez. I Civile – Ord. 14 luglio 2003 – R.G. 186391/03

TRIBUNALE DI MILANO

Sezione I civile

Il giudice, dott. Claudio Marangoni;

sciogliendo la riserva assunta all’esito dell’udienza del 7/7/2003 nell’ambito del procedimento cautelare promosso da MP WEB s.r.l. nei confronti di ANSA s.c.a r.l., di ANSA WEB s.p.a. nonché di PARMA A.C. s.p.a.;

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Armani.it. Un dominio su misura.

Interlex n.ro 261

di Andrea Monti

Con la sentenza 0634-2003, il tribunale di Bergamo, I sez. civile , ha ordinato la cancellazione della parola “armani” nel nome a dominio registrato dal convenuto, inibendo allo stesso “l’uso della parola “armani” come nome a dominio, ove non accompagnata da elementi idonei a differenziarla dal marchio “Armani””.
La ratio della decisione sta nel fatto che il nome a dominio “armani.it”, registrato a fini commerciali da un incisore di nome Luca Armani (che tramite il dominio pubblicizzava i propri servizi e prodotti), lede i diritti del sarto Giorgio Armani. Essendo quest’ultimo titolare di un marchio celebre e meritevole quindi della “tutela allargata” a categorie merceologiche diverse da quelle per le quali il marchio è stato registrato.
In sostanza, il giudice ha fatto questo ragionamento: imprenditore celebre il sarto, imprenditore sconosciuto l’incisore, l’incisore “sfrutta” l’omonimia e ci guadagna “a prescindere”, come diceva Totò. Nessuno scandalo, dunque, che il giudice abbia ritenuto degna di tutela la posizione giuridica dell’Armani-sarto.
Desta invece qualche perplessità il modo in cui il giudice ha garantito la tutela al segno notorio, stabilendo la cancellazione della parola “armani” dal dominio in questione. Notoriamente un controsenso tecnico, visto che un dominio di secondo livello deve necessariamente contenere dei caratteri alfanumerici. Non è possibile “tenere in piedi” un dominio con il solo cTLD (.it, nel caso di specie). Per di più, dopo avere disposto la cancellazione della parola Armani dal nome a dominio, il giudice ne vieta l’utilizzo in assenza di altri elementi che lo distinguano dal marchio per il quale si invocava tutela. Il che è frutto di una palese contraddizione, perché se la parola Armani è stata cancellata dal nome a dominio, non può, evidentemente, essere usata con le modalità appena descritte.
E’ inoltre opportuno soffermarsi su un passaggio della motivazione che si occupa del valore giuridico delle regole di naming. Il cui vigore viene limitato, ancora una volta, al mero funzionamento interno del sistema di gestione dei nomi a dominio, senza che a queste possa attribuirsi una qualche cogenza giuridica esterna al proprio contesto operativo. “Le regole di naming dettate dalla Naming Authority – scrive il giudice – e cioè quelle che stabiliscono la procedura per l’assegnazione dei nomi a domino, costituiscono mere regole contrattuali di funzionamento del sistema di comunicazione delle rete Internet, di carattere amministrativo interno, che non possono essere utilizzate dal giudice atteso che l’autorità giudiziaria è chiamata ad applicare la legge e non una normativa amministrativa interna”.
Dunque, per il giudice bergamasco le regole di naming sono un contratto e non, come si è spesso sostenuto, un atto unilaterale dell’assegnatario che “spontaneamente” chiederebbe di ottenere l’assegnazione di un certo indirizzo. E come è noto, la (riaffermata) natura contrattuale delle regole di naming pone dei seri problemi di tenuta dell’attuale sistema delle registrazioni.

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