Legge protezione dati: al vaglio il rinvio di alcune norme

di Andrea Monti – PC Professionale n. 74

La protezione dei dati è stato sicuramente il tema più gettonato degli ultimi mesi; praticamente non c’è stato giornale su cui almeno una volta non se ne sia parlato sottolineando con i toni più diversi (dall’apocalittico al buonista) gli effetti, da alcuni definiti devastanti, che la legge in questione avrebbe prodotto negli ambiti più disparati. Già prima della sua approvazione gli esperti del settore avevano chiesto, inascoltati, una profonda revisione della struttura della legge 675/96 e analoga sorte era toccata alle istanze formulate da molte associazioni di categoria che si erano poste il problema delle applicazioni pratiche della legge. In definitiva l’8 maggio (giorno dell’entrata in vigore del provvedimento) si profilava come una specie di giovedì nero a partire dal quale sarebbe iniziato un lungo periodo di incertezze e di rischi.

A dire il vero i più scettici dormivano sonni tranquilli presagendo un inevitabile rinvio almeno per le norme più discusse e a quanto pare hanno avuto ragione. È infatti allo studio un decreto legislativo che dovrebbe quantomeno rinviare al 1998 gli adempimenti più onerosi, anzi è addirittura probabile che quando leggerete questo pezzo lo slittamento sarà già stato disposto. Al momento non è possibile dire esattamente in cosa consisteranno le modifiche, anche se è ragionevole ipotizzare che riguarderanno innanzi tutto i tempi per l’attuazione della legge e poi le procedure per la raccolta dei dati personali. Sarebbe auspicabile che venisse anche rivisto il sistema delle responsabilità, che a oggi rimane uno dei punti più discussi della tutela dei dati personali.

È quantomeno singolare, ma non raro, purtroppo, che si proponga di modificare una legge ancora prima della sua entrata in vigore, del resto anche la famigerata legge sulla sicurezza sul lavoro ha percorso una strada analoga.

Ad ogni modo il rinvio, se dovesse effettivamente essere stato disposto, consentirà di avere il tempo appena sufficiente per riorganizzare l’attività aziendale nel modo più ragionevole. L’importante è non arrivare all’ultimo minuto.

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