Se i computer fossero automobili…

Computer Programming n.ro 79 del 01-10-99

di Andrea Monti

Dopo tanti sacrifici avete deciso di acquistare una macchina nuova. Serate trascorse confrontando dotazioni di serie, prezzi, prestazioni, costi e condizioni di pagamento; ore sottratte al lavoro o al fine settimana per fare il giro dei negozi, verificare le disponibilità, i tempi di consegna. Alla fine arriva il grande giorno e – dopo avere verificato la copertura del conto in banca – vi recate baldanzosi dal venditore per concludere l’acquisto.

Dopo qualche giorno però cominciate ad accorgervi che c’è qualcosa di strano… la macchina non risponde come dovrebbe, stenta a partire, richiede continui interventi di manutenzione.

Per fortuna c’è la garanzia o addirittura la sostituzione… se stessimo parlando di un’automobile, perché se per “macchina” intendiamo un computer le cose cambiano diametralmente.

Nessuna assistenza, nessuna garanzia, programmi che non funzionano e che non possono essere riparati, ma soprattutto pieno assoluto e totale “ponziopilatismo” dei produttori di hardware e software che si lavano totalmente le mani e declinano qualsiasi responsabilità diretta e indiretta per danni ecc. ecc. Alcuni – un po’ più onesti degli altri – scrivono addirittura sulla licenza d’uso che quel certo software non deve essere usato in ambienti critici (medicina, controllo del traffico) perché potrebbe non funzionare. Questa situazione si riflette direttamente sulle attività degli sviluppatori indipendenti che per esigenze di mercato sono costretti ad usare il tool più trendy e non quello che – secondo la loro esperienza concreta – garantisce maggiore affidabilità di impiego. Risultato: programmi malfunzionanti anche malgrado la buona volontà di chi li realizza e fastidi (più spesso, danni) per l’utente finale.

Ma basta veramente trincerarsi dietro astratte clausolette di esonero di responsabilità e garanzia per mettere in giro impunemente mega e mega di codice il cui unico posto in un computer è /dev/nul?

Uno dei meriti della questione Anno2000 è proprio quella di avere evidenziato l’ipocrisia dei grandi produttori che per una volta hanno dovuto per forza garantire qualcosa sul funzionamento delle loro creature. Si moltiplicano dunque per ogni dove le etichette “Y2K ready” e assimilate, celebrando l’ennesima “sveltina” a danno degli utenti.

Il vostro sistema operativo non è pronto per Anno2000, il foglio elettronico ha qualche problema con le date? Non vi preoccupate… la prossima release li risolverà! Come la prossima release? Non solo mi è stato venduto un programma difettoso, non solo questo difetto è noto da anni e ciò non ostante nessuno se ne è preoccupato, e ora mi si viene a dire che devo comprare qualcos’altro perché così tutto funziona… ma, dico, vi rendete conto di quanto è folle tutto questo?

Gli appassionati di motori ricorderanno l’incidente di percorso capitato alla nuova Mercedes Classe A che per un difetto di progettazione, in condizioni molto critiche, non garantiva una sicurezza accettabil. Fra stampa, televisione e quant’altro scoppiò un vero e proprio pandemonio e ancora prima dell’uscita sul mercato, la casa tedesca – dimostrando enorme professionalità – ha fermato tutto e riprogettato la vettura per eliminare il problema. Se il concessionario vi avesse detto che la vostra nuova vettura sembra presentare qualche insignificante problemino alla chiusura del vano portaoggetti, probabilmente lo avreste minacciato di fargli causa in assenza di rapida e risolutiva soluzione. Quando si parla di computer, invece, tutti zitti, a cominciare dai media tradizionali che nei confronti dell’informatica assumono un atteggiamento timorso e reverenziale e gli utenti – pur di visualizzare sui loro monitor l’ultimo gadget, sono disposti a subire aggiornamenti, patch e upgrade dai contenuti più strani e misteriosi che provocano più guai di quanti ne risolvono.

La difesa più naturale da questa spirale perversa è la responsabilizzazione delle software house tramite la prestazione della garanzia, ma come al solito ci sono due pesi e due misure. La piccola azienda che sviluppa gestionali o crea applicazioni ad hoc non vede una lire se il programma installato presso il cliente non fa esattamente – oltre a tutto quello che era stato concordato – anche le modifiche richieste in corso d’opera (ivi compresa la visualizzazione in background su tutte le stazioni della faccia del capo e della scritta “lassù qualcuno ti guarda”) il tutto ovviamente senza costi aggiuntivi. La “megacorporescion” non solo ti vende roba che non funziona, ma poi ti fa pagare profumatamente i contratti di assistenza e manutenzione.

 

Siamo alla follia più totale.

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