Repubblica.it, fake news, e la prima pietra

Repubblica.it annuncia uno “speciale” su come si “combattono” le bufale online. Ma l’analisi empirica che sto conducendo da qualche tempo – del tutto ascientifica, in puro stile giornalistico – dimostra che gli articoli pubblicato su questo giornale non sono affatto immuni da imprecisioni, errori e carenza di rigore.

L’atteggiamento di Repubblica.it – ma in generale del mondo dell’informazione – è indice della trasformazione in atto da tempo del concetto di notizia. Non è più importante informare “bene” ma è fondamentale informare “prima”. A qualsiasi costo, compreso quello di pubblicare articoli raffazzonati o claudicanti.

L’ultimo esempio è una notizia su Repubblica.it del 3 febbraio 2017  sulla crescita degli utili di Amazon, alla quale, secondo il giornalista, non si accompagna un aumento dei dividendi. Se l’autore del pezzo fosse effettivamente esperto dell’argomento – o se avesse approfondito il tema – avrebbe scoperto che Amazon è storicamente orientata al re-investimento degli utili e non a “fare cassa” sulla chiusura annuale del bilancio. E che quindi la distribuzione di utili meno “consistenti” non necessariamente è un problema. Non è un fatto nuovo, e come tale sarebbe stato facilmente rilevabile, come  fece Giancarlo Livraghi nel 1999:

Ho ascoltato e letto molte diverse e contrastanti spiegazioni del leggendario successo di Amazon. Compresi i dubbi di chi fa notare che finora quell’impresa non ha fatto profitti; o dichi esprime perplessità sulla quotazione del suo titolo in borsa. Ma un fatto rimane: Amazon non è solo la più grande libreria online del mondo, ma è considerata in assoluto la più grande impresa di vendita in rete – e l’esempio più noto di successo nel “commercio elettronico”.

Ci si aspetterebbe da chi si erge a “paladino” della “verità” giornalistica l’essere immune dai vizi che censura ma, evidentemente, non è così. E allora vengono in mente l’evangelico detto “chi è senza peccato …” oppure – meglio – la storia di Fedro, sulle bisacce che Giove ci mise addosso: peras imposuit Iuppiter nobis duas.

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